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Il Sud Africa cancella il passato La capitale bianca Pretoria ribattezzata con un nome «nero»

Il Sud Africa cancella il passato La capitale bianca Pretoria ribattezzata con un nome «nero»

Pretoria, la storica capitale sudafricana, cambierà nome in Tshwane, non proprio facilmente pronunciabile nel resto del mondo. Un amaro destino che è già toccato a diverse città e stati per motivi politici, guerre, rivoluzioni o semplicemente come trovata pubblicitaria.
Il sindaco di Pretoria, Kgosientso Ramokgopa, ha annunciato il cambio di nome spiegando che avverrà entro il 2012. In realtà la decisione della commissione geografica sudafricana era già stata presa nel 2005, ma ha provocato un'ondata di proteste e ricorsi. Il sindaco, uomo dell'Anc, il partito al potere che ha sconfitto l'apartheid, cavalca l'ondata populista della maggioranza nera favorevole al cambio del nome della capitale amministrativa. La municipalità di Pretoria, che comprende altri centri urbani si chiama già Tshwane. Nella stessa capitale il nuovo nome è apparso sulle fermate dell'autobus e nei cartelloni pubblicitari.
La decisione ha fatto inferocire l'opposizione all'Anc ed in particolare la minoranza bianca legata al nome storico preso dall'eroe afrikaaner Andries Pretorius. Per precisione fu il figlio, Marthinus, a fondare la città nel 1885 dedicandola al genitore, che aveva guidato la battaglia del "fiume di sangue" contro i guerrieri Zulu ammazzandone circa tremila.
Gli oppositori locali del Fronte della libertà accusano il sindaco di voler trasformare Pretoria in Tshwane, come cortina fumogena per il crollo dei servizi della capitale. «Fa appello ai sentimenti populisti dell'Anc per risolvere i problemi» ha denunciato Conrad Beyers. Uomini d'affari, imprenditori, sindacati e una parte della società civile hanno lanciato la campagna «Pretoria è Pretoria». La camera di commercio della capitale ha chiesto al sindaco di pagare i costi dell'improvvido cambio. Ramokgopa, però, sembra deciso ad andare avanti e a far diventare la capitale Tshwane entro la fine del 2012.
Non è la prima città simbolo a cambiare nome. Saigon è stata ribattezzata Ho Chi Minh, il leader comunista che ha sconfitto gli americani. San Pietroburgo, in Russia, fu battezzata così nel 1703 e poi diventò Pietrogrado nel 1914, dal nome dello Zar. La rivoluzione bolscevica la trasformò in Leningrado e adesso è di nuovo San Pietroburgo dal crollo dell'Urss del 1991. In Italia la fascistissima Littoria è diventata Latina.
I generali golpisti hanno cambiato il nome della Birmania in Myanmar e la capitale, Rangoon, è ridiventata Yangon come prima del 1852. In Germania l'ideologia ha cambiato Chemnitz, in Sassonia, in Karl-Marx-Stadt. Dopo il crollo del muro di Berlino è tornato il nome originario.
Il cambiamento più impronunciabile, per noi occidentali, è avvenuto in India dove Trivandrum si è trasformata in Thiruvananthapuram.
In alcuni casi la storia ha poco a che fare con i cambiamenti: in Francia la ridente Châlons-sur-Marne è dal 1998 Châlons-en-Champagne. Negli Stati Uniti Isamy, nel Montana, è diventata "Joe Montana", come trovata pubblicitaria. Hot Spring, nel Nuovo Messico, ha adottato il nuovo nome di "Truth or Consequences" dettato da una trasmissione televisiva.
Il post colonialismo in Africa ha cambiato confini e Stati. L'Abissinia italiana oggi è in gran parte l'Etiopia. Il Congo Belga prima è diventato Zaire e adesso è tornato al vecchio nome. E la sua capitale Leopoldville si chiama oggi Kinshasa.
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