Suez: «L’Opa di Enel resta una minaccia»

Gaz de France: «Nessuna alternativa alla fusione»

da Milano
Suez è convinta: la minaccia di un'offensiva di Enel è sempre attuale se le sue nozze con Gaz de France non dovessero concretizzarsi. Lo ha dichiarato il numero uno del gruppo Gérard Mestrallet nel difendere insieme al collega di Gaz de France, Jean François Cirelli, il progetto di fusione con GdF davanti alla commissione affari economici della Camera di Parigi. «Penso che Enel attenda con molto interesse la vostra decisione. Enel non è scomparsa» ha detto ai parlamentari che a settembre dovranno votare una legge che autorizza la privatizzazione di GdF, tappa indispensabile per arrivare alla fusione.
Mestrallet ha anche nuovamente escluso che l'alleanza con GdF possa essere realizzata attraverso uno scambio di partecipazioni. «Le partecipazioni incrociate non sono una soluzione, quello che vogliamo è un progetto industriale» ha aggiunto, sottolineando che «le partecipazioni incrociate non sono adeguate alla posta in gioco». L'ad di Suez ha anche escluso che lo Stato invece di scendere al 34% in GdF, come previsto dal progetto, resti al 51%. «Lo Stato al 51% significherebbe la nazionalizzazione di Suez. Suez non vuole essere nazionalizzata. Quindi è escluso» ha detto. Mestrallet ha anche detto che Suez si propone di «compensare» con altre acquisizioni le cessioni in Belgio che la commissione di Bruxelles potrebbe imporgli per ottenere il via libera alla sua fusione con GdF. Mestrallet e Cirelli hanno ribadito che non esiste un piano B, cioè un'alternativa alla loro fusione, e escluso sia la pista di un matrimonio a tre con Enel. «Enel non apporterebbe granché a Suez», ha detto Mestrallet. «Se questa fusione è respinta, non vi sarà un altro progetto», e «lo sviluppo di GdF sarà ostacolato», ha detto Cirelli.
L'audizione è stata boicottata dai deputati socialisti che non avevano ricevuto il testo del progetto di fusione e quello del primo parere della commissione europea. Il gruppo socialista ha intanto annunciato che presenterà la settimana prossima tra i 15.000 e i 20.000 emendamenti al testo di legge sulla privatizzazione di GdF che sarà discussa in Parlamento nel corso di una sessione straordinaria che inizierà il 7 settembre.
Secondo fonti sindacali citate ieri dal quotidiano Les Echos GdF e Suez avrebbero scritto alla commissione per chiedere di rendere pubbliche le cessioni ritenute necessarie per il via libera alla fusione solo dopo l'adozione della legge.

Il progetto continua a suscitare forti reticenze anche nel partito di maggioranza Ump. L’opposizione interna ha già fatto rinviare a dopo l'estate il voto in Parlamento ma il governo conta sulla pausa estiva per convincerla della necessità della fusione.

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