Fatalità, sfortuna, imprudenza: quando bisogna commentare gli incidenti mortali sulla neve, fra sciatori o snowboarder non fa differenza, queste tre parole vengono sempre a galla. Basta andare su una qualsiasi pista in una qualsiasi giornata per rendersi conto dei pericoli che si corrono scendendo in mezzo a missili umani che sfrecciano senza controllo a pochi metri uno dallaltro, ignari, o forse incoscienti, del fatto che stanno rischiando la pelle come e ancor più che su una moto o su un auto, perché lo sciatore è «nudo», non ha airbag o carrozzeria a proteggerlo e spesso, purtroppo, nemmeno il casco.Cè quindi da stupirsi che notizie come quella della morte dei due giovani al Tonale non siano frequenti quanto quelle delle stragi del sabato sulle strade.
Soluzioni? Secondo Giorgio Rocca, «sulle piste ci vorrebbero più controlli da parte di persone con lautorità di fermare i pazzi e cacciarli via ritirandogli lo skipass. Nessuno deve correre quando non ha davanti a sé una corsia chiusa e recintata». Secondo Luca Pozzolini, responsabile della nazionale italiana di snowboard cross, «tutti devono essere consapevoli che, quando in pista ci sono degli snowboarder, cè un momento della curva in backside in cui chi sta sulla tavola non vede nulla e rischia quindi la collisione con chi gli passa molto vicino.
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