Sul litorale sembrano tornati gli anni di piombo

Agguati di stampo mafioso che sembravano dimenticati

Colpi d’arma da fuoco in pieno giorno, agguati di stampo mafioso, conti in sospeso. Con l’attentato di Casal Palocco tornano a parlare le pistole. All’indomani dell’ennesimo segnale che la guerra fra bande non è finita, ecco una storia di mala che molti vorrebbero dimenticare. Tre misteri della criminalità romana. Paolo Frau, Rosario Lauricella, Michele Settanni: tre delitti avvenuti a poca distanza di tempo e che portano nel cuore di una lotta durissima per il controllo della capitale, scoppiata a Ostia e finita su un’autostrada di Caracas.
Informative inviate alla Dia parlano di una holding che insanguina il litorale. Una linea che dai sopravvissuti della banda della Magliana porta ai nuovi boss, legami inquietanti fra i bravi ragazzi di «Renatino» e mafiosi emergenti. Il business? La produzione, l’importazione e la distribuzione di hashish e coca in quantità, traffico d’armi, estorsioni, riclico di denaro sporco. L’anno zero di questa vicenda è il 2002 quando viene sferrato il colpo di grazia al nucleo storico della Magliana. Tra ottobre e novembre finiscono uccisi uno dopo l’altro gli uomini cresciuti all’ombra di Danilo Abbruciati. Abbruciati, il boss del Testaccio misteriosamente spedito a Milano il 27 aprile 1982 per eliminare Roberto Rosone, vicepresidente del Banco Ambrosiano, e ucciso durante l’azione. Perché era lì e, soprattutto, per conto di chi è un giallo. Tranne per uno, forse: Paolo Frau, giovane di Ostia che per Abbruciati è un fratello. Frau era a Milano con Abbruciati l’anno prima quando Danilo prende in consegna da un legale di Francis Turatello, leader dei marsigliesi, documenti sul caso Moro. È cresciuto a Nuova Ostia, «Paoletto» Frau. Lì conosce il testaccino che comanda la malavita da Ostiense a Campo de’ Fiori. Ma fra pentimenti e defezioni il gruppo si sgretola. Uscito dal carcere dopo la condanna nel maxiprocesso del ’94, Frau si rifà una vita con il parcheggio di una multisala. A una cena in un ristorante di Fiumicino Paolo incontra vecchie glorie della mala capitolina, fra queste c’è Michele Settanni, uomo d’onore nella banda della Marranella. Pochi giorni dopo, 11 ottobre 2002, Frau esce per andare a lavoro. Due centauri l’aspettano sotto casa, un sicario si toglie il casco e spara tre colpi a bruciapelo in pieno volto e la vittima crolla sull’asfalto. La moto non verrà mai trovata, i killer neppure. Passano tre settimane, 31 ottobre, aeroporto di Caracas. «Lillo» Rosario Lauricella, palermitano di 57 anni trapiantato a Ostia, sale su un taxi. Indagato dal giudice Lupacchini per riciclaggio di narcodollari, Lillo ha nuove identità. Su un passaporto il nome di Claudio Liverani, su un altro Luigi Camino. Il viso trasfigurato da un’operazione chirurgica. L’auto viene affiancata da una berlina, un sicario esplode 6 colpi da una 38 e anche per Lauricella è la fine. Per le autorità venezuelane uno sconosciuto. Quando inviano la foto in Italia alla Criminalpol fanno un balzo.

Nonostante la plastica facciale riconoscono Rosario Lauricella, in carcere fino al 2000 per associazione mafiosa. Ancora: Ciampino, 21 novembre. Michele Settanni, fedele alle famiglie camorriste di Afragola, viene ucciso mentre torna a casa con 3 proiettili 38 special, stesso calibro usato per Frau e Lauricella.

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