NapoliIl terrore di ritrovarsi in casa due malviventi, che potessero mettere a rischio la vita della moglie e dei due bambini, lo ha fatto scattare senza esitazione, verso il cassetto dove conservava la pistola (regolarmente detenuta), una calibro 9 per 21. Nicola Licenza, 30 anni, imprenditore edile, non ha perso tempo: lha impugnata, si è precipitato al balcone e ha sparato.
Due boati nel cuore della notte, in via Napoli, a San Cipriano d'Aversa, terra di camorra casalese, fino a venti anni fa, il feudo dell'allora potente boss, Antonio Bardellino, poi ucciso a Santo Domingo. A terra, davanti al cancello d'ingresso della villa, ferito a morte da due proiettili, è restato un albanese, Hoxha Shepa, 27 anni. Con un complice, poi riuscito a fuggire, Shepa, ladro professionista, con diversi arresti alle spalle, si era messo in testa di svaligiare alle 4, la villa di Licenza, mentre in casa c'era tutta la famiglia che dormiva. Un rumore di troppo li ha traditi.
Quando tutto è finito, l'imprenditore ha avvertito il fratello - socio, che vive poco distante, gli ha consegnato la pistola ed è fuggito. Tre ore più tardi, forse rendendosi conto dell'assurdità di quella fuga, Licenza si è costituito ai carabinieri di San Cipriano d'Aversa che, con i colleghi del Nucleo operativo di Casal di Principe, stanno cercando di fare chiarezza sulla dinamica dei fatti. Licenza, al termine dell'interrogatorio condotto dal pm Giuliano Caputo di Santa Maria Capua Vetere è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario. Scartata, quindi, perfino l'ipotesi delleccesso di legittima difesa.
I carabinieri hanno ricostruito la scena del delitto ma, sono ancora al lavoro per fare chiarezza su alcuni punti. Uno dei due malviventi, ha scavalcato il cancello di ingresso, poi ha aperto al complice. I due albanesi, dunque, erano già entrati nel giardino della villa e si stavano apprestando ad entrare nellabitazione, quando, Licenza, si è accorto della presenza dei due ladri. L'imprenditore si è affacciato al balcone e avrebbe urlato (in base a quanto riferito agli investigatori) ai due ladri di andare via.
Poi, gli spari, quando (almeno a giudicare dalla posizione del cadavere), Shepa era già in fuga. Un proiettile in una spalla, l'altro al collo. Indosso all'albanese, i carabinieri non hanno trovato armi. Il bandito era anche senza documenti o alcunché che potesse far risalire alla sua identità. Qualche ora più tardi, grazie alle impronte digitali, i militari sono riusciti a identificarlo. Solo furti nel suo passato: case, ville svaligiate, non solo nel Casertano ma, anche nel Salernitano e nel Frusinate. Di lui non si sa altro: dove viveva, se aveva una famiglia. Sparito, almeno per ora, come nel nulla, il suo complice.
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