Svolta in India: essere gay non sarà più reato

Lo ha stabilito una sentenza dell'Alta corte di Delhi, che ha dichiarato la depenalizzazione dell'omosessualità. La sentenza dovrà ora essere accolta in parlamento, dove potrebbe essere presto varata una legge ad hoc

Svolta in India: essere gay non sarà più reato

Una svolta epocale. Che renderà la vita migliore a tutti quei gay discriminati per legge. I rapporti sessuali fra adulti consenzienti dello stesso sesso non devono essere più considerati come un crimine in India. Lo ha stabilito oggi una sentenza dell'Alta corte di Delhi, che ha dichiarato la depenalizzazione dell'omosessualità. La sentenza dovrà ora essere accolta in parlamento, dove si dovrà fare una legge a riguardo.
In tutta l'Asia meridionale, l'omosessualità è argomento tabù e un rischio mortale. Per questo la sentenza dell'Alta Corte di Nuova Delhi in India, che depenalizza i rapporti fra persone dello stesso sesso, riveste un'importanza storica per tutta la regione - oltre che per il miliardo e duecentomila persone residenti nell'immenso paese, quasi un sesto della popolazione mondiale.
Gli attivisti gay lo avevano predetto pochi giorni fa, nella sfilata del 29 giugno, e adesso piovono le reazioni soddisfatte della comunità Lgbt (lesbica, gay, bisexual, transgender) che da anni lotta in giustizia per ottenere questo risultato. L'articolo 377, un residuo dell'epoca dell'impero britannico, afferma che l'omosessualità e «il sesso innaturale» sono reati. A portare la questione davanti all'Alta corte già nel 2004 era stata l'ong Fondazione Naz: allora era stata rigettata allo stato preliminare. La Corte Suprema però aveva accolto il ricorso e chiesto all'Alta Corte di riprendere in esame la questione.
Oggi la sentenza: l'articolo 377 del codice penale rappresenta una violazione dei diritti fondamentali dell'individuo.

Non può essere reato insomma il sesso fra adulti consenzienti, a meno di violare l'articolo 21 della Costituzione per cui ogni cittadino ha uguali opportunità di fronte alla legge.
L'Alta Corte di Delhi lancia la palla al Parlamento: la sua sentenza sarà valida fin quando le Camere non decideranno di riscrivere una legge in proposito.

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