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Svuota-carceri, intesa trovata tra Alfano e Lega "Ultimo anno ai domiciliari? Deciderà il giudice"

Dopo le rimostranze di Maroni, il governo riscrive il ddl Alfano. Non è più automatico che l’ultimo anno venga scontato ai domiciliari: decide il magistrato di sorveglianza. Ma il ministro leghista: "Spero in ulteriori miglioramenti"

Svuota-carceri, intesa trovata tra Alfano e Lega 
"Ultimo anno ai domiciliari? Deciderà il giudice"

Roma - Il governo riscrive il ddl Alfano sulle carceri con tre emendamenti presentati in commissione Giustizia alla Camera. Tra le novità lo stop all’automatismo per cui l’ultimo anno viene scontato ai domiciliari. A decidere se consentire la detenzione domiciliare sarà il magistrato di sorveglianza. Il Pdl: "Ora il ddl è più equilibrato"

Il ddl cambia volto Il ddl svuota-carceri, duramente criticato dalla Lega e dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, cambia volto: il governo praticamente lo riscrive in toto presentando tre emendamenti in commissione Giustizia alla Camera che cancellano l’automatismo per cui ai detenuti a cui resta un anno di pena è concesso di scontarla a domicilio. Se potranno uscire dal carcere lo deciderà il magistrato di sorveglianza valutando anche «l’idoneità» del domicilio. Stralciato invece l’articolo che prevedeva la sospensione della detenzione con la messa alla prova presso i servizi sociali. Lo stralcio è stato votato quasi all’unanimità dalla Commissione: contro si è espressa solo la deputata radicale eletta nel Pd Rita Bernardini, in sciopero della fame proprio per protesta contro il sovraffollamento delle carceri. La Commissione tornerà a riunirsi domani quando alle 10 scadrà il termine per i subemendamenti agli emendamenti presentati dal governo.

Il Pdl: "Ora ddl più equilibrato" Per il Pdl si tratta di un testo "più equilibrato" che peraltro piace anche al Pd che riconosce "lo sforzo" dell’esecutivo nell’accogliere anche alcune osservazioni dell’opposizione. L’unica a protestare è la radicale Rita Bernardini, in sciopero della fame da 27 giorni contro il sovraffollamento delle carceri. "Gli emendamenti presentati dal governo - commenta il capogruppo Pdl in Commissione, Enrico Costa - tengono conto in modo massiccio delle osservazioni arrivate anche nel corso delle audizioni. Viene abolito il meccanismo automatico di scarcerazione, viene inserito il filtro da parte della magistratura e l’idoneità del domicilio: insomma tutto dipenderà dalla valutazione dei magistrati. Le modifiche del governo bilanciano le opposte esigenze della funzione educativa del carcere e della garanzia di sicurezza: ora è un testo equilibrato che aumenta la sicurezza". Esulta il leghista Matteo Brigandì: "Finalmente non si parla più sic et simpliciter di prendere i detenuti e portarli a casa. Ora bisognerà fare i conti con l’oste e l’oste in questo caso sono i magistrati". E ancora: "E' evidente che non ci può scoppiare in mano una situazione insostenibile ma non si può trovare un escamotage all’ultimo minuto per risolvere il problema". Quindi Brigandì ricorda che "in carcere ci sono 26mila persone in attesa di giudizio al termine del quale una buona parte di questi esce dalla galera perché non ha fatto nulla. Quindi l’autostrada è fare i processi e liberare gli innocenti".

Maroni: "Migliorare il ddl" Il ministro dell’Interno Roberto Maroni si dichiara "soddisfatto" per i miglioramenti apportati al cosiddetto ddl svuota-carceri, ma spera che "continuerà ad essere migliorato prima della sua apparizione definitiva". A margine di una cerimonia della Polizia stradale di Bra, in provincia di Cuneo, Maroni ha spiegato di aver espresso riguardo al provvedimento "preoccupazioni che non mi sono inventato io", ma che "mi sono state sottoposte dalle forze dell’ordine, che devono poi controllare gli esiti di questo provvedimento. Sono state accolte - ha aggiunto - molte delle richieste che ho fatto.

Quindi sono soddisfatto perchè si è migliorato di molto il provvedimento e spero che continuerà ad essere migliorato prima della sua approvazione definitiva".

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