Gian Battista Bozzo
da Roma
La prospettiva di un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, in caso di vittoria del centrosinistra alle prossime elezioni, spaventa gli investitori. I «detto e non detto» sulla patrimoniale, le allusioni esplicite (ad esempio quella di Romano Prodi nel corso del primo faccia a faccia televisivo con Berlusconi) a un inasprimento della tassazione più gravosa sul capital gain mordi e fuggi, lesplicita dichiarazione sulla aliquota unica e sul ritorno della tassa di successione, insospettiscono, e non poco, gli italiani. Con un risultato: dai dati del sistema bancario emergerebbero segnali di fuga dei capitali allestero, e di minore interesse dei residenti sui titoli di Stato.
Segnalato da Giulio Tremonti a Porta a Porta, il problema trova riscontro nellincremento nella costituzione di holding in Lussemburgo non soltanto da parte dei grandi gruppi (che già le possiedono), ma anche da parte di aziende piccole, persino familiari. «Se vince lUnione - attacca ancora il ministro dellEconomia nel corso di uniniziative elettorale in Calabria - il giorno dopo gli italiani saranno più poveri». E spiega: «Faranno una cosa inaccettabile, immorale e irrazionale: tasseranno in modo retroattivo i titoli, violando la legge. I ricchi, come ci dice Il Sole 24 Ore, portano già fuori i loro capitali, mentre la povera gente non sarebbe in grado di difendersi».
Tremonti si riferisce a un articolo del quotidiano economico-finanziario milanese, in cui si parla esplicitamente di «indizi di fuga per i capitali». Il servizio descrive una «composta, graduale, inesorabile fuoriuscita di patrimoni, in atto da parecchi mesi». Il programma dellUlivo e le mire di alcuni membri della coalizione di centrosinistra, scrive ancora Il Sole, «hanno contribuito a rafforzare la convinzione di molti sulla necessità di trovare un rifugio finanziario dOltralpe». La differenza, rispetto al passato ormai lontano della «fuga», è che oggi trasferire capitali da una parte allaltra del globo è di assoluta semplicità e legalità.
Il centrosinistra, ovviamente, nega intenzioni tassatorie. Prodi afferma che quelle di Tremonti sono «invenzioni sue, e del centrodestra: in questa campagna elettorale - aggiunge il Professore - ci vogliono appiccicare addosso letichetta di tassatori, ma noi vogliamo semplicemente un riequilibrio senza aumenti dimposta, ma secondo un senso di equità fiscale. Non ho mai proposto di aumentare lIci, ma di aggiornare il Catasto senza aumentare gli introiti. Faremo passi moderati e una politica fiscale di lungo periodo - dice ancora Prodi - che sarà cambiata il meno possibile, perché famiglie e imprese debbono potersi regolare».
La questione fiscale rappresenta, con evidenza, un nervo scoperto nella coalizione di centrosinistra. Massimo DAlema accusa Tremonti di mentire: «La destra, non avendo alcuna proposta da fare, fa unazione di tipo terroristico andando in giro a dire che tasseremo qui e tasseremo là». «Non tasseremo i titoli del debito pubblico - gli fa eco Francesco Rutelli -: è una sciocchezza assoluta, significherebbe tagliarci le gambe da soli». E Piero Fassino aggiunge: «Tremonti ha una certa propensione alle bugie, sperando che nessuno vada a controllare le cifre».
Ma come farà il centrosinistra a finanziare la riduzione del cuneo fiscale (10 miliardi), il bonus figlio fino a 18 anni e tutte le altre promesse elettorali? «I casi sono due - risponde Pierferdinando Casini -: o Prodi dice bugie, o manterrà le promesse tassando pesantemente il ceto medio e piccolo, i Bot, il risparmio e non gli alti redditi. Le prime avvisaglie - aggiunge il presidente della Camera - le abbiamo già avute da Prodi quando dice che riproporrà la tassa di successione sui grandi patrimoni che lui quantifica a partire da 250 mila euro, quanto il costo di una casa di periferia di una media città. Vuol dire - spiega Casini - che saranno colpite le piccole aziende familiari, e la successione dei piccoli esercizi commerciali». E sui Bot, ricorda la Voce repubblicana: «Proponendo laliquota unica sui redditi da capitale, lonorevole Fassino conferma in pieno le parole di Tremonti».
Il «recupero di progressività» fiscale, inserito nel programma del centrosinistra, mette inoltre nel mirino il secondo modulo di riduzione dellimposta Ire sui redditi medio-alti. Un punto su cui Prodi e i suoi alleati tacciono: ma i 6 miliardi di taglio fiscale fanno indubbiamente gola a molti.
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