Fra tassi fissi e variabili l’orientamento è sui primi

L’importanza di confrontare quante più offerte. Prospettive del mercato

Le decisioni dell’ultimo anno della Banca centrale europea continuano a modificare lo scenario immobiliare sia a livello europeo che nazionale. E di conseguenza anche le scelte dei mutui. Oltre il 49% dei finanziamenti ha durata superiore ai 21 anni, di cui il 25% di essi è superiore ai 26 anni (dati Kiron-Tecnocasa) e, rispetto al 2005, l’importo finanziato nell’ultimo anno è cresciuto dell’8,6%, attestandosi a quota 126mila euro. Una tendenza che dovrebbe proseguire anche per il 2007. Secondo i dati rilasciati dalla Banca d’Italia, nel terzo trimestre del 2006, sono stati erogati mutui per 45,2 miliardi (più 16,31%). Dopo il nuovo rialzo dei tassi e un probabile ulteriore aumento previsto per giugno, la Bce farà arrivare i tassi di riferimento al 4-4,5%. L’Euribor (tasso interbancario diffuso giornalmente dalla Federazione bancaria europea come media dei tassi di interesse ai quali le banche europee cedono i depositi in prestito) durante l’anno oscillerà molto probabilmente tra il 3,6% e il 4,1%. Di fronte a questa instabilità c’è stato un ricorso crescente alla sicurezza di un mutuo a tasso fisso e, infatti, si è ridotta la differenza tra tassi di interesse applicati dalle banche sui mutui a tasso variabile e quelli a tassi fisso. Ora tra gli uni e gli altri c’è uno scarto piuttosto ridotto, solo dello 0,60-0,75%, anche se le variazioni dell’Euribor nell’ultimo anno non sono state poi così pesanti da giustificare questi esiti. L’effetto della riduzione delle differenze comunque è stato immediato, con un ribaltamento delle scelte dei consumatori: a dicembre il 58% dei mutui erogati era a tasso fisso, il 39% a tasso variabile. I primi mesi hanno accentuato tale tendenza, con un 67% per il primo e un 31% per il secondo (dati MutuiOnline). Questo deriva dal fatto che mentre i variabili hanno seguito le variazioni della Banca centrale europea, i fissi sono tornati ai livelli del primo semestre del 2005, cioè al periodo poco precedente l'inizio della serie di rialzi dei tassi.
In questo frangente occorre distinguere, comunque, tra una reale convenienza del fisso rispetto al variabile e considerare la soglia potenziale massima degli aumenti dei tassi. Non è facile compiere queste valutazioni se non si è esperti. Una soluzione c’è.

Confrontare quante più offerte possibile visto anche l’alto livello di competitività dei vari istituti che continuano a sfornare tipologie di mutuo ad hoc per ogni tipo di cliente, dal lavoratore precario o con reddito variabile all’immigrato che decide di acquistare una casa in Italia.

Commenti