TEATRO IN RADIO, OSSIMORO VINCENTE

Oggettivamente, è difficile trovare qualcosa di più lontano dallo specifico radiofonico del teatro. Uno spettacolo teatrale, per definizione, «si va a vedere», non si va a sentire. Un concerto, ad esempio, può starci. La prosa, proprio no. Siamo quasi all’ossimoro.
E invece, se si accende Radiotre in queste sere, ci si accorge che il direttore Sergio Valzania ha rivoluzionato la grammatica radiofonica conosciuta sino ad oggi. È capitato venerdì quando Marco Baliani ha interpretato Flaiano, portando in radio la sua delicata arte affabulatoria e la sua capacità di emozionare, che - da Corpo di Stato ai suoi racconti di iniziazione e di stupore - ha estasiato il pubblico.
Non è capitato, invece, ieri sera quando è andata in onda la prima puntata della seconda serie di Dialoghi possibili, un programma di Anna Antonelli e Lorenzo Pavolini, che si proponbe di mettere a confronto due personaggi protagonisti di otto nuove storie scritte appositamente per la radio da otto autori fra i più significativi della narrativa italiana, da Silvia Ballestra a Massimo Carlotto, da Valerio Evangelisti a Tiziano Scarpa. Idem per gli attori; siamo nella serie A, con qualche sconfinamento nella B e pochissime discese in C: si va da Franco Branciaroli a Iaia Forte, passando per Sabrina Impacciatore. E pure i registi vanno di pari passo, tanto che nel mucchio segnaliamo Pappi Corsicato e Renato De Maria, Francesco Patierno e Daniele Segre. Del resto, investirci era d’obbligo, visto che il Dialogo possibile di Wilma Labate interpretato da Pierfrancesco Favino nella prima serie è stato addirittura finalista del Prix Italia 2005.
Ieri sera, invece, niente premi. La visita di Scarpa con Branciaroli è la conferma dei luoghi comuni. E cioè che radio e teatro c’entrano come i cavoli a merenda. Ma il ciclo - in onda fino al primo aprile tutti i sabati alle 23,10 - fortunatamente, promette di migliorare. A partire da sabato prossimo, quando toccherà al Cappello, la storia di una donna manager che si accorge di aver perso il proprio cappello e lo racconta al tassista che la sta portando in aeroporto. Il cappello è la sua vita; il dialogo fra i due, che abbiamo avuto la fortuna di poter ascoltare in anteprima, è imperdibile. Capace di creare atmosfere, curiosità, vita radiofonica. Tanto di Cappello.


Si continua così per otto puntate, con due chicche: Senza accendere la luce (11 marzo, 23,30) scritto da Diego De Silva, giallista che ha contribuito alla straordinaria antologia di Einaudi Crimini, e Un bagno al mare (18 marzo, 23,10) dove Silvia Ballestra riesce a ricostruire le atmosfere adriatiche e decadenti di Pier Vittorio Tondelli. E a dimostrare che radio e teatro non sono due mondi inconciliabili.

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