Telecom, per i grandi soci un altro salasso da 1,4 miliardi

Telecom, per i grandi soci un altro salasso da 1,4 miliardi

Tonfo di Telecom Italia in Borsa il giorno in cui il cda di Telco, la holding che controlla il 24,5% della compagnia telefonica ha deciso di svalutare la partecipazione per 1,4 miliardi. I titoli dell’ex monopolista ieri sono caduti sotto quota un euro, perdendo il 5,6%; elevati i volumi scambiati, pari al doppio della media degli ultimi 30 giorni. Il consiglio di Telco ha chiuso la semestrale con un una perdita di 1,5 miliardi. La partecipazione rimane comunque iscritta a bilancio a 7,2 miliardi valutando ogni azione Telecom 2,2 euro, più del doppio delle quotazioni.
La rettifica «riflette una stima condotta da una banca di investimento internazionale di primario livello che ha rilasciato una propria valutazione sulla congruità del valore di carico», si legge in una nota. Di fatto se Telco dovesse allineare ai valori di mercato la partecipazione in Telecom Italia sarebbe costretta a nuove maxisvalutazioni per altri 3,6 miliardi. Non si tratta di una piccola cifra, la situazione finanziaria della holding è molto stressata. Telco ha un debito per altri 3,6 miliardi. «E nonostante i soci della holding abbiano tutti le spalle forti, ulteriori rettifiche non sarebbero viste di buon occhio», spiega un analista. Telco è partecipata da Generali per il 21,8%, da Intesa e Mediobanca per il 10,6% a testa, da Sintonia per l’8,4% e dagli spagnoli di Telefonica, che da soli controllano il 42,3%. Secondo gli analisti, i soci avevano già svalutato le quote di Telco. Per ora si sa solo, secondo fonti vicine alle Generali, che l’impatto negativo sulla compagnia, nei conti 2008, dovrebbe essere intorno ai 100 milioni. L’equilibrio finanziario rimane difficile. Questo spiega anche la ferma opposizione del cda di Telco che ieri ha annunciato di opporsi per vie legali contro l’Opa richiesta dall’authority brasiliana su Tim Participacoes. Il gruppo è partecipato al 69,8% da Tim Brasil a sua volta controllata al 100% da Telecom Italia. «L’operazione costerebbe circa 500 milioni e per le casse di Telecom Italia e i soci Telco sarebbe una pessima notizia», così un analista giustifica il crollo del titolo in Borsa.
Sulle quotazioni ieri hanno pesato anche altri timori. La Comissione Ue ha chiesto all’Agcom di consentire l’aumento dei canoni di accesso alla rete fissa solo dopo una verifica dei costi sostenuti. «Il mancato aumento del canone ridurrebbe le stime di fatturato, in un anno atteso già difficile», commenta un altro analista. E non avrebbe portato i risultati sperati neppure il viaggio di Franco Bernabè, ad di Telecom, in Argentina.

Ieri Buenos Aires ha respinto il ricorso del gruppo, impedendo a Telecom di acquistare il restante 50% di Sofora e di controllare interamente Telecom Argentina. «Quest’ultima insieme a Telefonica Argentina controllerebbero il 100% della telefonia fissa», con una nota l’Authority brasiliana spiega così le motivazioni della sua decisione.

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