Telecom, spunta l’autocritica Zingales: «Il caso Sparkle è un fallimento per il cda»

Assemblea fiume, oltre sette ore, per gli azionisti di Telecom Italia a Rozzano alle porte di Milano per l’approvazione del bilancio. E gli ingredienti c’erano tutti: fuori dal cancello i dipendenti e sindacalisti con bandiere rosse, arrabbiati per gli ulteriori tagli di circa 4.500 persone che la società ha in programma entro il 2012 mentre nell’aula dell’assemblea i piccoli azionisti delusi e preoccupati per la vicenda giudiziaria per riciclaggio e falsa fatturazione aperta contro la controllata Sparkle presso la procura di Roma. I «piccoli» di Asati ma anche l’azionista Beppe Grillo hanno reclamato una decisa azione di responsabilità contro tutti gli manager (da Ruggiero a Buora e persino il presidente Tronchetti Provera) che potevano essere al corrente della vicenda. Telecom però è più prudente.
L’unico manager a cui la società per ora chiederà i danni è Mazzitelli, l’ex ad di Sparkle che si trova già in carcere. «Per altre eventuali azioni stiamo esaminando la documentazione», ha detto il presidente Gabriele Galateri. Diretta invece l’ammissione dell’economista Luigi Zingales membro indipendente del cda, sollecitata da alcuni piccoli azionisti. «È un fallimento per il cda essere arrivati a questo punto», ha spiegato Zingales specificando di essersi interrogato molte volte sulla vicenda. «Il fatto è precedente al mio ingresso in cda - ha spiegato - ma mi impegno ad andare avanti nell’analisi delle responsabilità e se emergerà che ho colpa sono pronto a dimettermi». Anche il presidente del collegio sindacale Enrico Maria Bignami ha promesso attenzione: «Non chiudiamo gli occhi. Ma al momento non c’è nessun elemento legale per avviare un’azione di responsabilità e se alla fine non succederà nulla sarà solo perchè non c’è nulla. Il collegio sindacale sta facendo tutto quello che c’è da fare con scrupolo».
Le previsioni catastrofiche sul futuro della società non sono mancate. Grillo si è presentato con una fascia nera al braccio. «Telecom - ha replicato l’ad Franco Bernabè - è un’azienda viva che però non deve venire spogliata della rete, altrimenti si ritroverebbe senza futuro e senza ragion d’essere». Bernabè ritiene che dopo questo periodo di ristrutturazione la società sia pronta a crescere soprattutto nella telefonia mobile dove si è ridotto il cosiddetto Churn rate, ossia il numero di utenti pronti a passare da un operatore all’altro.

Mentre tra i rischi della vicenda Sparkle c’è anche quella sanzioni per indebita detrazione Iva per 93 milioni. Bernabè ha specificato di voler destinare parte della suo ricco bonus alla creazione di 30 borse di studio. Bene il titolo in Borsa: +2,43%.

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