La telefonata segreta tra la Merkel e Napolitano Berlino e Roma smentiscono

Il Wall Street Journal pubblica una ricostruzione degli ultimi giorni del Cav al governo: la Cancelliera avrebbe chiamato Napolitano "suggerendogli" di cambiare premier. Ecco le dichiarazioni di Napolitano dalla telefonata con la Merkel alle dimissioni del Cav

La telefonata segreta  tra la Merkel e Napolitano Berlino e Roma smentiscono

Il retroscena pubblicato dal Wall Street Journal è di quelli destinati a far scalpore. Per scongiurare che la crisi italiana affossasse l’euro, nel mese di ottobre, il cancelliere tedesco Angela Merkel chiamò il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Motivo? "Suggerirgli" di trovare un altro premier per sostituire Silvio Berlusconi. Sul sito del quotidiano americano un lungo articolo ricostruisce le pressioni sul Colle che portarono poco tempo dopo all’avvicendamento tra Berlusconi e Mario Monti.

ll Wall Street Journal dedica due pagine intere alla ricostruzione dell'ultimo periodo di Berlusconi a Palazzo Chigi, basandosi su interviste con oltre 20 attori politici, alcuni dei quali di primo piano, e documenti di prima mano.

Si legge sul Wsj che "in una fredda serata d’ottobre" la Merkel compose il numero di telefono del Quirinale "violando la regola non scritta che vieta ad un Paese (dell’Ue) di intervenire nella politica interna di un’altro membro. Ma (quella sera), Angela Merkel gentilmente incoraggiò l’Italia a cambiare il suo primo ministro, se l’attuale - Silvio Berlusconi - non fosse riuscito a cambiare l’Italia".

Il Wall Street Journal riferisce che Merkel disse a Napolitano che "gli sforzi decisi per tagliare il deficit erano stati apprezzati ma che l’Europa voleva riforme più aggressive per spingere la crescita economica. Lei disse di temere che Berlusconi non fosse sufficientemente forte per farle".

Il quotidiano economico-finanziario di Rupert Murdoch sostiene che a quel punto "Napolitano affermò che non era rassicurante che Berlusconi fosse recentemente sopravvissuto ad una fiducia in Parlamento solo per un voto".

A quel punto "la signora Merkel ringraziò il presidente in anticipo per quello che entro i suoi poteri avrebbe potuto fare per promuovere le riforme. Napolitano recepì il messaggio e nei giorni successivi iniziò discretamente a sondare i partiti politici italiani per verificare il (loro eventuale) sostegno ad un nuovo governo se Berlusconi non fosse riuscito a soddisfare (le condizioni) poste dall’Europa e dai mercati".

Tutti sanno come è andata a finire poco dopo. Mario Monti fu nominato prima senatore a vita e poi, dopo le dimissioni di Berlusconi, fu incaricato di formare il suo attuale governo. Salutato con tanta felcità da Napolitano e dalla Merkel.

E le prime reazioni politiche non si sono fatte attendere. "C’è davvero da sperare che giungano smentite, e che tali smentite siano realmente convincenti", ha dichiarato il protavoce Pdl, Daniele Capezzone, che poi ha aggiunto: "In caso contrario, avremo un’idea chiara sull’autonomia e sulla libertà dell’Italia, nonché sullo stato di salute della nostra democrazia e sul residuo valore della sovranità popolare".

Di diverso avviso il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: "Credo che sia un’invenzione del Wall Street Journal. Del resto Napolitano avrebbe attaccato il telefono in faccia a un capo del governo che gli avesse chiesto una cosa del genere. La crisi italiana si è svolta sotto gli occhi di tutti, non posso credere che sia vero. La Germania nel passato ha già interferito pesantemente con le altre nazioni e ha imparato sulla propria pelle che cosa significa; ma la Merkel non è Hitler, e Napolitano non è un re travicello che si fa imporre un governo collaborazionista, come quello di Quisling in Norvegia all’epoca del nazismo".

La smentita del Quirinale è arrivata a stretto giro. "In riferimento ad alcune indiscrezioni di stampa, internazionale e italiana si precisa che nella telefonata, niente affatto segreta, del 20 ottobre 2011, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Cancelliere della Repubblica federale tedesca, Angela Merkel, non pose alcuna questione di politica interna italiana, né tanto meno avanzò alcuna richiesta di cambiare il premier. La conversazione ebbe per oggetto soltanto le misure prese e da prendere per la riduzione del deficit, in difesa dell'Euro e in materia di riforme strutturali", recita la nota del Colle. 

E alla fine anche il governo tedesco ha fornito la sua versione dei fatti, convenendo

totalmente con quella del Quirinale. "Non vi è nulla da aggiungere alla accurata descrizione della conversazione fornita dall’ufficio del presidente italiano", ha commentato un portavoce dell'esecutivo tedesco.

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