da Salerno
Presi. Tre belve, gli assassini del sottotenente dei carabinieri Marco Pittoni, ucciso a 33 anni, per proteggere la «sua gente» di Pagani da un assalto criminale allUfficio postale. Li hanno arrestati i colleghi di questo coraggioso ufficiale che, per non mettere a repentaglio la vita dei dipendenti e dei clienti dellufficio postale, aveva agito a mani nude, lasciando nella fondina, la pistola dordinanza. Nemmeno quindici ore dopo la spietata esecuzione di Marco, massacrato con un colpo di pistola alladdome e uno alla gola, tre uomini, molto giovani, sono stati fermati dai carabinieri di Torre Annunziata. Certo, le manette avrebbero dovuto scattare quattro volte: manca allappello, infatti, proprio il killer che materialmente ha premuto il grilletto due volte, uccidendo Pittoni. Ma lassassino è già stato identificato, adesso è braccato dai carabinieri e dalla polizia: non ha speranze di sfuggire alla cattura. Una svolta decisiva lhanno data i carabinieri del Ris di Roma. Hanno prelevato le impronte trovate nella Volkswagen Fox utilizzata dai rapinatori per lassalto allufficio postale e poi una preziosissima, rinvenuta sul bancone sul quale era saltato uno dei banditi per raggiungere la cassaforte e prendere il denaro. Da qui una comparazione dattiloscopica. Il primo nome saltato fuori è stato quello di Fabio Prete, 19 anni, pregiudicato. I colleghi del comandante della compagnia di Torre Annunziata, sono andati a prenderlo: era casa sua, come se nulla fosse accaduto. Condotto in caserma, ha «cantato»: nel giro di poche ore, sono stati identificati gli altri tre complici, due dei quali sono stati ammanettati poco dopo. Vivono nella Torre Annunziata della camorra: il cosiddetto «quadrilatero della carceri», il rione Penniniello, quello dello scandalo dei pedofili. E, mentre la caccia al quarto uomo prosegue, ieri pomeriggio, sono stati celebrati nella cattedrale di SantAlfonso Maria de Liguori, a Pagani, i funerali del militare ucciso. Duemila persone hanno partecipato alle esequie, non tutte sono riuscite ad entrare in chiesa ma, chi è rimasto fuori, nonostante il temporale, ha atteso fino allultimo che la cerimonia funebre terminasse. La bara, interamente ricoperta da un tricolore, è stata portata a spalla dai colleghi di corso. Alluscita del feretro, la gente di Pagani ha lanciato migliaia di petali di rose bianche. In chiesa, i familiari di Marco, il papà Giovanni, appuntato in congedo, la madre Elisa Casula, il fratello Matteo, carabiniere anche lui, a Sondrio, la fidanzata Tiziana, giornalista in una tv locale. E poi, i colleghi dellufficiale: il comandante generale dei carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, poliziotti, finanzieri e la gente, tanti bambini, perché per tutti, Pittoni era «il tenente dei bambini». A uno di loro, che desiderava tanto una bicicletta, il carabiniere ne regalò una.
Nel corso dellomelia, monsignor Vicenzo Pelvi, ordinario militare, ha definito Pittoni, un «messaggero di pace» e «custode di questa città». Una bambina di 12 anni, al termine della cerimonia ha letto dallaltare una lettera, al «tenente dei bambini». «Adesso sei per noi, un angelo in divisa.
Carminespadafora@libero.it
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