Tenerife, preso in vacanza latitante Salvatore Marino Sterminò intera famiglia

Il 50enne nipote del boss mafioso di Paceco Girolamo Marino detto "Mommo ’u nanu" è stato arrestato nell’isola spagnola di Tenerife: era stato condannato all’ergastolo per una strage commessa a Brescia

Tenerife, preso in vacanza 
latitante Salvatore Marino 
Sterminò intera famiglia

Tenerife - Un latitante condannato all’ergastolo per una strage commessa a Brescia, Salvatore Marino, il 50enne nipote del boss mafioso di Paceco (Trapani) Girolamo Marino detto "Mommo ’u nanu", è stato arrestato nell’isola spagnola di Tenerife. L’operazione è stata condotta dagli agenti della Squadra mobile di Trapani, del Servizio centrale operativo e del Nucleo investigativo della Polizia penitenziaria in collaborazione con l’Interpol e la polizia locale.

L'arresto del latitante Il ricercato è stato localizzato a Tenerife in seguito alla segnalazione di un agente della polizia penitenziaria, in vacanza nell’isola, che lo ha riconosciuto allertando subito le autorità italiane. Il latitante alloggiava in un residence. Salvatore Marino è uno dei due responsabili del triplice omicidio di Angelo Cottarelli, della moglie Marzenna Topor e del figlio Luca, assassinati nella loro abitazione a Brescia, nell’agosto del 2006, con colpi di pistola e sgozzati con un coltello. Un massacro compiuto insieme con il cugino, Vito Marino, 44 anni, un imprenditore vitivinicolo figlio del boss, tuttora latitante. I due sono stati condannati all’ergastolo dalla Corte d’appello di Brescia. La strage, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe maturata per uno "sgarro": Vito Marino avrebbe infatti preteso da Angelo Cottarelli la restituzione di ingenti somme di denaro frutto di contributi illeciti percepiti nel settore vitivinicolo. Una truffa per milioni di euro ai danni della Regione e dell’Unione Europea.

L’arresto è stato eseguito attraverso una rogatoria internazionale autorizzata dalla Procura generale di Brescia, che aveva emesso un ordine custodia cautelare in seguito alla condanna all’ergastolo emessa dalla Corte d’Appello il 7 giugno scorso.

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