da Roma
La ripresa economica «non è sufficiente», e soprattutto non è ancora consolidata: «È fragile, e si spegnerà rapidamente se saremo lasciati soli, se non saranno rimosse le tantissime anomalie che ci costringono a competere con un braccio dietro la schiena». Luca di Montezemolo non dispensa illusioni alla platea confindustriale, però raccoglie applausi quando rivendica il ruolo delle imprese nella crescita: «Viene tutta da noi, gli investimenti sono cresciuti, abbiamo innovato, siamo andati allestero presentandoci come un sistema compatto». I risultati sono arrivati.
L«Agenda 2015». Ma è al «futuro vicino» che il presidente della Confindustria guarda, nellultimo discorso allassemblea annuale. Montezemolo disegna una sorta di progetto di lavoro, una Agenda 2015 per gli imprenditori certamente, e per chi ha responsabilità di governo. È necessario che la politica si renda conto che «creare un sistema paese in grado di attrarre gli investimenti è molto più serio e difficile che sponsorizzare cordate o creare società a controllo pubblico». Il leader degli industriali parte dal fisco. «Paghiamo troppe tasse - esclama fra le ovazioni della base imprenditoriale che affolla lauditorium romano disegnato da Renzo Piano - mentre i servizi sono insoddisfacenti e gli investimenti pubblici non arrivano al 4% del Pil. E un Paese che non investe, non pensa al futuro». Montezemolo ricorda che con laddizionale Irap «arriviamo allassurdo di togliere soldi alle imprese per premiare le Regioni che amministrano peggio: complimenti!».
I più tassati dEuropa. Dal prossimo gennaio - quando entrerà in vigore la riforma fiscale in Germania - le aziende italiane saranno le più tassate dEuropa, e una pressione fiscale così accentrata sulla produzione, rispetto alle rendite e ai consumi, «non è accettabile». La Confindustria chiede che laliquota si allinei alla media europea, otto punti più bassa di quella italiana; in cambio della minore pressione fiscale, le imprese sono pronte a rinunciare a tutti gli incentivi, «e su questo vogliamo confrontarci col governo prima della Finanziaria». Il taglio del cuneo fiscale concesso dal governo, ricorda Montezemolo, non finisce nelle tasche degli imprenditori, ma è un vantaggio per lintera economia. E non manca lappoggio allazione anti-evasione, purché condotta in modo rigoroso, e limpegno di contrasto al sommerso anche per combattere gli infortuni e le morti sul lavoro. «Anchio sono favorevole a ridurre il carico fiscale - commenta Vincenzo Visco - ma con quali soldi»?
Pensioni, riforme da applicare. Crescere, crescere. Montezemolo non si stanca di ripeterlo. Apprezza le grandi operazioni bancarie favorite dal governatore Draghi. Critica invece labbandono del Mezzogiorno, di cui la politica si ricorda solo in campagna elettorale. «Prima del 2015 - dice - dobbiamo aver risolto le questioni che incidono sulla produttività del Paese»: efficienza della pubblica amministrazione, che dovrà fare a meno dei «fannulloni»; dotazione infrastrutturale; capacità del sistema bancario di finanziare il rischio dimpresa; investimenti in ricerca. Ci sono cose da fare subito, ampliare le flessibilità, ridurre il peso contributivo e fiscale degli straordinari, legare gli aumenti salariali di secondo livello ai risultati aziendali e alla produttività. Vanno accelerate le liberalizzazioni, dopo quelle «insufficienti» del ministro Bersani. E poi le pensioni: lItalia è il Paese più vecchio dEuropa, ma con letà di pensionamento più bassa, «si tratta di applicare le riforme Dini e Maroni». Così come «va completata, non certo ridotta, la legge Biagi».
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