La terra trema ancora anche a Roma La gente abbandona case ed uffici

La terra trema ancora in Abruzzo e il sisma si fa sentire di nuovo anche nella capitale, in diversi quartieri, lunedì notte, ma anche in pieno giorno, alle 11.27 di ieri, mentre la gente è al lavoro, e nel tardo pomeriggio, alle 19,42. Quest’ultima è la scossa più forte dopo quella della notte tra domenica e lunedì, di magnitudo 5.3 della scala Richter, durata almeno una ventina di secondi. I centralini della sala operativa dei vigili del fuoco sono stati intasati dalle chiamate di cittadini in preda al panico. Hanno telefonato da quasi tutte le zone di Roma, ma anche da Nettuno, Pomezia, Valmontone e Monterotondo. La scossa è stata percepita anche nel frusinate e nel viterbese. I romani hanno tempestato anche il centralino del 118 chiedendo, in tanti, «quando finirà tutto questo?».
Tanta paura soprattutto a Tor de’ Schiavi, nella zona est della capitale, anche nei piani bassi delle abitazioni. Molte le persone che si sono riversate in strada. «Ho preso il telefono e i soldi e sono scappata via» dice la signora Anna. «Mi è sembrata più forte di quella dell’altra notte - dice Francesca, una studentessa di 20 anni - Ero seduta in cucina e il tavolo ha cominciato a ballare, la sedia tremava». Soltanto chi era in macchina o in strada non si è accorta di nulla. «È durato tanto - dice un ragazzo - stavo vedendo la televisione, pensavo fosse solo una mia impressione, poi il rumore delle porte che sbattevano e il lampadario che ha cominciato a muoversi forte da una parte all’altra».
Nella mattinata gli impiegati di alcuni uffici pubblici, in particolare in via Ostiense, sede degli uffici distaccati della prefettura, dei vigili urbani e dell’azienda di trasporto pubblico, sono scappati per la paura. «Noi abbiamo gli uffici al nono piano - riferiscono alcuni dipendenti - abbiamo sentito come se ci girasse la testa per la pressione bassa, poi abbiamo pensato al terremoto». Altri lavoratori raccontano di essere scesi in strada come «per un gesto istintivo». «Abbiamo visto troppe immagini di devastazione - spiegano - la prima cosa che si pensa è che cosa possa accadere». È accaduto anche che mentre gli impiegati scendevano in strada, alcuni utenti trovassero gli uffici deserti.
Come se non bastasse ieri si sono susseguiti falsi allarmi terremoto - diffusi ad arte da chi si è spacciato per operatore della Protezione civile o rappresentante dell’ amministrazione e rilanciati anche per sms - che hanno gettato nel panico gli abitanti di molti paesi del Lazio. Per tutto il pomeriggio sono diventati roventi i centralini delle sale operative della protezione civile subissate da centinaia di chiamate di cittadini che, spaventati, sono scesi in strada in seguito ad un tam tam che si è diffuso anche attraverso telefonate ed sms. Falsi allarmi che, teme la protezione civile, siano studiati a tavolino per indurre la gente a uscire dalle loro abitazioni per poter rubare al loro interno. Ma a tranquillizzare la popolazione è la stessa protezione civile e i sindaci dei vari paesi. Anche il direttore della protezione civile regionale Maurizio Pucci assicura che «non c’è nessun allarme».

Per il direttore del dipartimento di Scienze della Terra dell’università La Sapienza di Roma, Vincenzo Ferrini «Roma è tranquilla perchè è protetta dal tufo». Situazioni fotocopia si sono verificate a Tivoli e in molti paesi del frusinate: oltre al capoluogo ciociaro a Cassino, Anagni e Sora.

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