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Tesoretto, spartizione a giugno La Bce: priorità al risanamento

Padoa-Schioppa vorrebbe destinare 7,5 miliardi per arginare il deficit, ma l’ala radicale chiede fondi per il welfare e i tagli all’Ici

da Roma

L’entità precisa e la destinazione del «tesoretto» fiscale si sapranno solo a fine giugno, quando il governo approverà, insieme all’assestamento di bilancio, un apposito provvedimento: probabilmente un decreto legge. L’indicazione proveniente da fonti del Tesoro è confermata dal sottosegretario all’Economia Paolo Cento. «Tra giugno e luglio lavoreremo al provvedimento per la destinazione dell’extra gettito - spiega Cento - sul quale, certo, ci vorrà una discussione politica».
Il sottosegretario, esponente dei Verdi, vorrebbe destinare il «tesoretto» alle famiglie, ai ceti più deboli «che debbono avere un risarcimento sociale», all’ambiente. Ma altri, nella maggioranza, chiedono destinazioni diverse: ad esempio, il taglio dell’Ici sulla prima casa. Ma, soprattutto, c’è l’Europa che non perde occasione per ricordare all’Italia che i conti pubblici non sono ancora in ordine, il debito pubblico è molto elevato, dunque l’extra gettito va utilizzato tutto per ridurre deficit e debito.
Ieri, la Banca centrale europea è stata chiarissima: tutti i Paesi europei, Italia in prima fila, «devono perseguire nel 2007 e negli anni successivi obiettivi più ambiziosi, destinando le entrate impreviste interamente alla riduzione del disavanzo e del debito pubblico». La Bce, nel bollettino di aprile reso noto ieri, aggiunge che tutti devono evitare «politiche fiscali pro-cicliche», di aumento della spesa pubblica. La Bce conferma inoltre che i risultati di bilancio conseguiti in molti Paesi, fra cui il nostro, nel 2006 «sono molto migliori delle attese, riflettendo in ampia misura le consistenti entrate tributarie ottenute in un contesto economico favorevole». Infine, l’istituto guidato da Jean-Claude Trichet chiede attenzione ai rinnovi contrattuali, che potrebbero rinfocolare l’inflazione. La Bce è comunque pronta a rialzare ancora i tassi d’interesse.
Rendite, stop confermato L’appello della Bce piace a Tommaso Padoa-Schioppa, che intende dedicare tre quarti del «tesoretto» da 10 miliardi al risanamento, evitando così la manovra nella Finanziaria 2008, e i restanti 2,5 miliardi alle pensioni più basse e agli ammortizzatori sociali. Ma infastidisce chi, nel governo e nella maggioranza, punta a spendere di più per ritrovare consenso: spesa sociale, come sollecita il ministro della Solidarietà Paolo Ferrero, o tagli dell’Ici prima casa. Alla Camera, il governo ha presentato ieri otto emendamenti al ddl delega sulle rendite finanziarie: confermando lo stop al rialzo dell’aliquota dal 12,50 al 20%, il testo conserva «gli attuali regimi di tassazione». Fra gli emendamenti, una delega al governo per introdurre un «leggero equalizzatore» (sistema per il pagamento dei capital gain che, in passato, ha provocato problemi); la parificazione del trattamento tra fondi d’investimento italiani ed esteri; la possibilità di utilizzare le informazioni acquisite nella lotta all’evasione per individuare la situazione fiscale dei contribuenti. Per esercitare la delega sono infine previsti 12 mesi, anziché sei. La prossima settimana dovrebbero essere presentati gli emendamenti sul «pacchetto casa» (taglio dell’Ici prima casa, affitti).
Statali, sindacati all’attacco La tesi di Padoa-Schioppa sulla contestualità fra aumenti salariali e riforme nel pubblico impiego ha irritato i sindacati. «Il governo ha firmato un accordo, e deve rispettarlo», dicono Cgil, Cisl e Uil. Per ora lo sciopero generale del settore pubblico resta confermato.

E il segretario cislino Raffaele Bonanni accusa il ministro di «boicottare il secondo livello contrattuale».

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