Tevez al Milan preoccupa Conte ma non Moratti

Carlos Tevez è già diventato uno da Milan. Adriano Galliani lo ha presentato alla platea televisiva dei fedelissimi con la frase che gli ha procurato le prime simpatie. «Ha rinunciato a una montagna di soldi per venire al Milan» la garanzia del vicepresidente esecutivo del club, costretto anche in questa trattativa a far di conto per far quadrare le cifre del bilancio e ottenere l’approvazione dell’azionista. La seconda tessera del mosaico preparato da Galliani è costituita dal resconto sugli assalti subiti dalla concorrenza. «Ho dovuto respingere una minaccia europea dopo quella italiana» il bilancio sul negoziato che può integrarsi perfettamente con la chiosa infastidita di Antonio Conte («Tevez? Posso solo dire che è un top player»). Mentre Moratti ha mostrato indifferenza: «Dispiaciuto? No: stanno trattando Tevez alle stesse condizioni che erano state proposte a noi. E che ritenevamo inaccettabili... Comunque a gennaio faremo certamente qualcosa». Più preoccupato Tronchetti: «Il Milan si rafforza, ma Tevez non era nei nostri programmi». Chi invece si scalda all’idea è Carlo Ancelotti: «Tevez al Milan con Ibra, Pato e Robinho è tanta roba» il giudizio di uno che ha ammirato da vicino l’Apache in Inghilterra («ha fatto sfracelli, è molto, molto affidabile») e conosce alla perfezione l’ambiente milanista («quando Galliani punta un calciatore, lo prende»).
L’affare, è bene ripeterlo, è tutt’altro che chiuso, concluso, sottoscritto dalle parti. All’appello manca ancora il decisivo contributo del City che nelle ultime ore si è giustamente dedicato alla sfida col Bayern in Champions. «La strada è ancora lunga» ha dettato da Londra Giuseppe Riso, collaboratore di Kia Joorabchian, l’agente di Tevez. Fotografia condivisa dallo stesso Galliani e non è complicato individuare i possibili nodi della trattativa. Il Milan è stato perentorio: nella sua proposta ha infilato alcuni paletti considerati insostituibili.
Primo tra tutti il prestito da gennaio 2012 a titolo gratuito. Richiesta giustificata dal fatto che lo stesso Tevez, per agevolare il trasferimento, ha deciso di rinunciare a una serie di “bonus“ concordati e inseriti nel suo contratto “inglese“ del valore di circa 2 milioni di euro. «Sempre soldi sono» hanno ripetuto dalla parti di via Turati. Il secondo “paletto“ è costituito dal tipo di riscatto da esercitare alla fine della stagione in corso, nell’estate del 2012 quindi. Per il Milan l’appuntamento è fissato entro il 31 maggio, data che può essere anticipata o posticipata in caso di richiesta specifica. Non invece il diritto di riscatto che non può e non deve essere inteso come “obbligatorio“, al pari, ad esempio, della formula già sperimentata nell’affare Aquilani. La cifra offerta da Galliani per avere tutto Tevez è presto scritta: si aggira tra 20 e 25 milioni, più vicina ai 25 che ai 20 milioni naturalmente.
«La strada è ancora lunga, molto lunga»: questo lo stato dell’arte della trattativa di cui sentiremo parlare anche nelle prossime settimane. Perchè gli sviluppi possono essere due al momento: 1) un sì sofferto del City; 2) un no deciso che non chiuderà il caso Tevez ma rinvierà a un successivo negoziato l’esito del trasferimento. Sul bilancio del City l’operazione Tevez può infatti lasciare tracce vistose. Non bisogna dimenticare che nell’estate del 2009, il club inglese riuscì a trascinare l’argentino sull’altrta sponda calcistica di Manchester grazie a una cifra consistente, 40 milioni di sterline, al cambio dell’epoca pari a 50 milioni di euro.

Nel giro di appena due anni e un semestre, il valore verrebbe dimezzato. Di qui le resistenze in particolare dei contabili inglesi. Galliani non ha alcuna fretta di firmare, ha avuto fretta solo di sbarrare il passo alla concorrenza e di ottenere la firma di Carlitos.

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