«DOPO IL TG1» PARTE COL PIEDE GIUSTO

Un risarcimento reso alla memoria di Fabrizio Quattrocchi, un modo di ricordarne la morte con la forza schiacciante di un documento filmato di grande impatto, che fa giustizia di tante pretestuose polemiche alimentate in passato, a cadavere ancora caldo. È iniziato in modo giornalisticamente efficace il nuovo programma Dopo il Tg1 (Raiuno, ore 20,30) condotto da Clemente Mimun che prende il posto di Riccardo Berti e del suo Batti e ribatti alla guida dell’ambito e discusso spazio di approfondimento che segue il principale telegiornale delle reti generaliste e fa da traino alla prima serata di Raiuno. Per il debutto Mimun ha mandato in onda il filmato che ritrae Fabrizio Quattrocchi inginocchiato in un campo, pochi istanti prima di essere ucciso, venti mesi fa, dai terroristi iracheni. Si fece persino dell’ironia sulla frase con cui Quattrocchi, che lavorava come agente addetto alla sicurezza, pronunciò davanti ai suoi carnefici: «Vi faccio vedere come muore un italiano». Alcuni la misero in dubbio, altri imbastirono una penosa polemica equiparando la funzione professionale di Quattrocchi alla stregua di quella di un mercenario. Il documento filmato, epurato della sua parte finale più cruda e terribile, riconsegna quelle parole alla verità inoppugnabile dei fatti e diventa un contributo importante soprattutto per i familiari della vittima, moralmente ricompensati dagli attacchi portati, in tutti questi mesi, alla memoria di Fabrizio Quattrocchi. Lo hanno rimarcato nella successiva intervista la stessa sorella Graziella, in collegamento esterno, e l’amico Maurizio Agliana sopravvissuto alla brutta avventura e intervistato in studio da Mimun. Dopo il Tg1 ha il compito di ridare «peso specifico» allo spazio di approfondimento di primissima serata su cui si appunta da sempre una grande e giusta attenzione. È uno spazio privilegiato, in un orario di massimo ascolto, e il programma di Mimun avrà anche l’onore e l’onere di attraversare un periodo di grande fibrillazione come quello elettorale, con tutte le inevitabili polemiche del caso. Non poteva esserci in ogni caso un inizio più efficace di questo per calamitare l’attenzione del pubblico, ponendo subito un argomento in grado di riaprire polemiche e discussioni. Del resto lo spazio «dopo il tiggì» ha spesso alimentato polemiche e discussioni, e quando non lo ha fatto è perchè ha voluto navigare nel tran tran più scontato come è capitato a Batti e ribatti.

A giudicare dalle premesse, il programma di Mimun non sembra destinato a percorrere la stessa strada, a tutto vantaggio del pubblico e della credibilità di questo spazio. Sono solo cinque minuti ogni sera o poco più, e tanto vale giocarseli con la massima intensità possibile.

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