Per quanto ancora dobbiamo assistere allo spettacolo indecoroso che ogni giorno viene messo in scena al Senato della Repubblica? Anche in questi giorni si è replicato quello che oramai può essere definito un vecchio cliché: al momento delle votazioni sullordinamento giudiziario, tema che ha nuovamente lacerato una già precaria maggioranza, sono stati chiamati in soccorso i senatori a vita.
È triste vedere un premio Nobel come Rita Levi Montalcini, ridotta a «peone» del centrosinistra, costretta ad arrivare in aula, solo in queste occasioni, per fare da stampella a un governo che non sta più in piedi. È ancora più amaro e inaccettabile vedere ex presidenti della Repubblica, che sono stati il simbolo della imparzialità e dei valori più alti delle istituzioni, schierati acriticamente dalla parte di una maggioranza che non cè e che solo grazie al loro voto sopravvive.
Ma che Paese è mai questo? Che Paese è quello in cui un governo, pur di non andare a casa, chiede il voto di figure che non partecipano normalmente ai lavori parlamentari ma che si palesano solo al momento del bisogno, grazie a un articolo della Costituzione che glielo consente?
È per questo che ho proposto un disegno di legge, che modifica larticolo 59 della Carta costituzionale stabilendo che i senatori a vita possano partecipare ai lavori del Senato senza diritto di voto. Il principio che lha ispirato è semplice: solo chi ha avuto linvestitura direttamente dal popolo attraverso regolari elezioni ha il diritto di votare e di determinare mutamenti sostanziali nellassetto del nostro Paese. I senatori a vita, che si sono distinti perché hanno portato in alto il nome dellItalia o perché ne sono stati al vertice, è giusto che diano un contributo alla discussione perché sono un nostro patrimonio ma non è giusto che incidano in maniera determinante sulle scelte politiche perché privi di «rappresentanza popolare».
La posta in gioco non è solo laffermazione di un principio di coerenza e di trasparenza ma è la salvaguardia per i cittadini dei principi della democrazia. Purtroppo siamo di fronte a un governo che non ha diritto di governare senza una maggioranza politica. Questo concetto lo aveva già espresso anche lattuale Capo dello Stato, ma non ci sembra di aver sentito la sua voce dopo il voto scandalo sullemendamento Manzione.
*vicepresidente dei senatori
di Forza Italia
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