Sul ring è riuscito a mandare a tappeto la droga. A kappao una vita nata maledetta, con tanto di biglietto di sola andata per linferno. Adesso, il paradiso conquistato con i pugni lo vuole però dividere con il suo quartiere, con quelli che gli invidiano il braccio destro tatuato con le decorazioni e che, come lui, hanno la storia della vita incisa su quello sinistro. Obiettivo di Giacobbe Fragomeni, Gabibbo per gli amici, campione del mondo dei massimi leggeri per tutti gli altri.
Lui, allo Stasera, periferia Sud, tra via Palmieri e via Barrilli, sta progettando una palestra, «sì, è il mio sogno che sta per diventare realtà. Basterebbe attrezzare delle stanze dove ci siano guantoni e giochi e dare così la possibilità ai ragazzi di socializzare e divertirsi senza stare in mezzo a una strada a fare gli stupidi e i bulli. Ue, ci sono ragazzi che quasi offrono le canne pure alle anziane signore».
Già, allo Stadera continua lo spaccio: «Per me la droga è stata compagna di vita per evadere dalla difficile situazione familiare», «nel giardinetto sotto il mio asilo cera il ritrovo dei tossici», «si drogavano persino sulle scale di casa». «oggi cè sempre lo spaccio tra queste case dove regnano povertà, disperazione e ignoranza». Ma, tranquilli, ce la si può fare: «Con coraggio, con tanta voglia di uscire fuori dal giro. Io lo decisi quando rimasi solo con mia madre, dopo la morte di mia sorella». Una dose tagliata male, «aveva lHiv, io pesavo 120 chili e dagli acidi ero passato alleroina, usavo le mani per chiedere elemosina». La boxe lha salvato, «lo sport mi ha aiutato e dato la forza di uscire, mentre gli amici finivano in comunità o in galera. Sul ring si assume la responsabilità di fare a botte, scopri una vita diversa quella che mi ha fatto diventare il migliore Fragomeni, che mi fatto conquistare il campionato del mondo a 39 anni».
Storia di atti più concreti che simbolici, con liridato disponibile a dare un «segnale forte» e con lui Piergianni Prosperini e Giovanni Terzi - rispettivamente assessori allo Sport di Regione e Comune - ma anche Loris Zaffra, presidente di Aler. «Insieme perché le periferie milanesi non devono più subire le carenze di impianti» chiosa Terzi, mentre Prosperini aggiunge che «la boxe è nobile disciplina che insegna il rispetto per il prossimo e il valore del sacrificio». Come dire: «La boxe aiuta a diventare uomini. Infilare i guantoni non è violenza come qualche pregiudizio vuol far credere. Lo dico da appassionato, prima ancora che da assessore lombardo allo Sport che non ho potuto non aderire al progetto di Giacobbe Fragomeni, grazie pure al contributo di Comune e di Aler».
È Aler che, infatti, ha individuato nella via Barrili unarea di 168 metri quadrati - gli ex bagni pubblici - da trasformare in palestra, «recupero di una struttura che ristrutturata sarà centro ricreativo a sfondo sportivo per i ragazzi dello Stadera» afferma con orgoglio Fragomeni.
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