C'è un'altra parola orrenda, venerata e dunque tabù di cui gli uomini liberi devono imparare a liberarsi ed è la tolleranza. È una parola infida e violenta che rivendica l'atteggiamento padronale nei confronti delle persone che si disprezzano. La tolleranza è fondata proprio sul disprezzo: tu mi fai schifo, se potessi mi libererei di te, ma ecco che eroicamente faccio violenza ai miei istinti e con tono bigotto e condiscendente, ti tollero. La tolleranza è la maschera con cui si cerca di evitare il valore vero, che è il rispetto. Rispettare significa riconoscere il confine e legittimare il territorio altrui, perché non è il tuo. Politicamente parlando, la parola tolleranza è da anni un cavallo di battaglia e di Troia delle sinistre che, non riconoscendo il primato del rispetto specialmente nei confronti degli avversari, sono al massimo disposte a concedere, con una bava di nausea, la tolleranza di fronte a persone o argomenti non di sinistra. Il sindaco di New York Rudolph Giuliani lanciò il famoso programma di «tolleranza zero» nei confronti di ogni crimine e illegalità, senza alcuna violenza e riportando alla ricchezza e al rispetto reciproco gli abitanti di quartieri malfamati e degradati.
L'intolleranza preventiva ieri per Berlusconi e oggi per Trump è la prova della mancanza preventiva di ogni rispetto. Chi ha a cuore la libertà individuale deve pretendere il rispetto come un diritto e rigettare la tolleranza come un'elemosina sospetta e miserabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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