Senza stimoli si vince poco. Stecca casalinga contro il modesto Torino per una Roma con la testa a giovedì pomeriggio e magari alla festa che verrà. Caldo, svogliatezza, la pochezza di certi rincalzi in campo potrebbero spiegare tutto. Ma anche limmobilismo di un Totti, in cerca della Scarpa doro, che nella notte era diventato papà, un finale di partita in 10 per linfortunio di Cassetti e tre pali colpiti. La ciliegina sulla torta, il regalo di Chivu, che dà la vittoria ai granata, è solo lorpello di un improbabile pomeriggio, un «classico» di fine stagione. Poco male, Spalletti fa buon viso: «Deconcentrati? Non mi pare, li ho visti bene, hanno fatto la partita che dovevano fare e poi abbiamo colpito tre pali. Più che fare i complimenti al Torino...». In effetti la Roma era e resterà seconda, dunque non è successo niente, anche se con un po più di cuore lerrore di Chivu poteva essere evitato. «A volte si valutano male i palloni, Muzzi è stato furbo e bravo. In questi casi bisogna essere un po più lunghi nella fase difensiva». Chivu però «non ha messo la cattiveria giusta, quella che deve mettere un difensore in questa fase di gioco, lui e la squadra si rifaranno giovedì».
Onestamente il caldo è stato un problema, soprattutto per chi, come i giallorossi, doveva stringere i tempi. «Questo pomeriggio 32 gradi sul terreno di gioco, la temperatura ha reso tutto più difficile, mancava quella velocità che ti permette di prendere i varchi giusti. Noi potevamo colpire in contropiede, ma man mano che passavano i minuti veniva difficile alzare il ritmo». Certi rincalzi non sembrano da Roma. «Faty e Vucinic? Ho sostituito dei giocatori perché in diversi avevano problemi e sono stato costretto a cambiare a centrocampo dove non avevo nessuno. Chi ha giocato ha fatto quello che poteva. Quando giochi poco diventa difficile ed è colpa mia».
Ma ieri a Trigoria è stata la giornata di Totti papà per la seconda volta. «Francesco è venuto a Trigoria questa mattina, tutti gli hanno fatto gli auguri. È giusto che si goda questo splendido momento».
Il mago Spalletti aveva sempre pronosticato un Milan in zona Champions League anche quando il Palermo imperversava (misteri del calcio) e i rossoneri arrancavano nelle retrovie. È lora degli onori. «È terzo, ho sbagliato - conclude -.
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