A Milano grazie a Calciopoli. Il Trabzonspor debutta questa sera in Champions League nonostante sia già stato estromesso dal torneo in agosto per mano del Benfica. Il più grande scandalo di sempre nella storia del calcio turco ha però rimescolato le carte. Fuori il Fenerbahce, campione soprattutto nell'aggiustare le partite, dentro il club di Trebisonda, terminato secondo in campionato solo per differenza reti. Dal fango che ha sommerso la Turchia pallonara (31 arresti) non sono però rimasti immuni nemmeno in riva al Mar Nero, visto che anche Trabzonspor è risultato marginalmente coinvolto nello scandalo. Piano pertanto con la patente di club degli onesti. Ma in Italia questi discorsi li conosciamo fin troppo bene.
Il tecnico dei turchi, Senol Gunes, conosceva l'Inter di Zenga, Altobelli, Collovati e Serena. C'era lui tra i pali del Trabzonspor avversario dei nerazzurri a Cesena il 28 settembre 1983, primo turno di Coppa Uefa. Gli andò male, anche se poi a fine stagione vinse il campionato, il sesto e finora ultimo nella storia del club. A battere l'Inter ci riprova oggi dalla tribuna (non può andare in panchina perché deve scontare la prima di due giornate di squalifica), con una squadra ancora in rodaggio dopo aver debuttato domenica nella Super Lig turca con un poco esaltante 1-1 in casa del Manisaspor.
Nelle ultime due stagioni la squadra di Gunes è stata una delle più spettacolari di tutta la Turchia. Parte del merito è indubbiamente da ascrivere a un brasiliano che non arriva al metro e 65 di altezza, Alan Carlos Gomes Da Costa «Alanzinho», fantasista tascabile che nelle giornate di vena vale da solo il prezzo del biglietto. Un mago del dribbling che da giovane venne scartato dal Flamengo, dove era compagno di squadra di Julio Cesar, perché troppo giocoliere e poco giocatore. È così fuggito a Bærum, sobborgo di Oslo.
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