I panni sporchi sul ballatoio di primo mattino, quando lamministratore Di Pietro prende il megafono di Radio 24 per giustificare lultima litaccia nel condominio Idv. «Ho nel telefono un sms del buon Nicola Tranfaglia, a cui voglio bene e a cui rinnovo stima e affetto». E ci mancherebbe, infatti Tonino glielo dimostra così: «Fino allaltro ieri mi diceva: Senti, rinnovami il contratto, perché altrimenti faccio un articolo in cui dico male di te!». Allora il molisano è ricorso alle maniere di campagna: «Pensa un po - sè liberato ai microfoni - dopo tutto quello che ho fatto, se mi faccio ricattare da Tranfaglia...». Tiè, sputtanato nelletere.
Fuori un altro. Dopo Elio Veltri, Giulietto Chiesa, Domenico Scilipoti per citare i casi più clamorosi, il padre padrone dellIdv allunga la lista dei defenestrati. Sebbene, ancora una volta, a spalancare i battenti per evadere ci pensino i diretti interessati. E in serata, a La Zanzara sempre su Radio 24, il duello radiofonico tra lo storico e il leader ruspante sè arricchito della replica di Tranfaglia: «Di Pietro lo porto in tribunale, risponderà di questa calunnia. Al giudice porterò anche lsms incriminato». Ma prima aveva vergato la lettera daddio: «Ho conosciuto il partito fondato da Di Pietro. È rimasto ahimè un partito personale e familiare, governato con pugno di ferro dallex pm di Milano e da una schiera di amiche e parenti di ogni ordine e grado. I criteri di selezione interna non hanno nulla a che fare con il merito individuale e la competenza». Una beffa autentica, sembrano le parole che la truppa di Tonino riserva agli avversari del Pdl.
Eccola la verità «storica» di Tranfaglia sulla faccenda della scuola: «Di Pietro mi ha nominato, motu proprio (come sempre avviene) responsabile nazionale per la Cultura. (...) Ho fondato perciò scuole di formazione politica e culturale per i giovani, quindi ho pensato di farne una scuola nazionale. Di Pietro - racconta il transfuga Tranfaglia - non ha voluto finanziare la scuola ma, quando ha constatato lentusiasmo dei destinatari, ha deciso di aggiungere alcune (non tante) risorse del partito a quelle dei capigruppo di Camera e Senato, che avevano subito capito lidea e lavevano finanziata». Ma poi qualcosa va di traverso ai progetti dellaccademico. Una donna. «Un mese fa - rivela Tranfaglia -, la tesoriera onorevole Silvana Mura, è venuta nel mio studio e senza nessuna spiegazione mi ha comunicato che il presidente del partito daccordo con lei, aveva deciso di sospendere a tempo indeterminato il mio esiguo rimborso spese mensile (pare di 1.500 al mese, ndr). Ho chiesto a Di Pietro le ragioni della scelta e mi ha detto testualmente: È legittimo ma devo decidere, e poi non mi ha detto più nulla». Fino al brusco epilogo, altro che guanti bianchi. «Ho ricevuto una e-mail dalla Mura che mi liquidava: Rimane inteso che la collaborazione con il partito è da intendersi definitivamente risolta».
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