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«Un trapianto ormai di routine che non presenta grossi rischi»

da Milano

La sorella dello sfortunato ragazzo inglese può ripensarci. Non rischia niente a donare il midollo osseo al fratello, sempre che lei sia in ottima salute. A garantirlo è Paolo Corradini, professore di ematologia dell'Università degli Studi di Milano.
È rischioso donare il midollo osseo?
«Si corrono gli stessi rischi di qualsiasi operazione medica. Dipende poi dalla procedura adottata: ne esistono, infatti, di due tipi. Una che viene effettuata in sala operatoria e richiede l'anestesia generale o spinale, l'altra, la più utilizzata attualmente in Italia, in day hospital comporta solo prelievi ed endovenose».
Ma quali sono i pericoli in cui può imbattersi un donatore che viene sottoposto al prelievo di midollo in sala operatoria?
«Gli stessi, se il soggetto è sano, che possono capitare durante qualsiasi intervento chirurgico come, per esempio, un'ernioplastica. Il rischio di morte può essere stimato, quindi, su un casi ogni centomila. Il donatore viene sottoposto qualche giorno prima dell'intervento a un prelievo di due sacche di sangue che serviranno per essergli ritrasfuse dopo l'espianto di midollo osseo per rimediare all'anemia conseguente».
Il donatore sente dolore?
«Solitamente si sente una lieve dolenza nella zona dell'espianto che scompare nel giro di 4 o 5 giorni e che diminuisce già all'uscita dell'ospedale due giorni dopo . Il donatore rimane ricoverato, infatti, una notte e un giorno».
E il midollo osseo del donatore in quanto tempo si ricostituisce?
«Lo fa spontaneamente nel giro di una settimana-dieci giorni».
Si tratta quindi di una procedura che non scatena grosse remore, e lo stesso accade con quella di secondo tipo al momento tanto diffusa da noi?
«I problemi in questo caso sono ancora meno. Non si corrono i rischi comuni a tutti gli interventi chirurgici. Basti pensare che il prelievo avviene in day hospital e il donatore può tornare subito a casa. Al donatore per 4 o 5 giorni viene iniettato un ormone, che è un fattore di crescita per le cellule staminali. Si tratta di un ormone perfettamente compatibile che esiste già nel nostro organismo ma che in questo caso viene somministrato a dosi farmacologiche.

L'ormone iniettato consente un aumento dei globuli bianchi e il passaggio delle staminali dalle ossa al sangue periferico e a questo punto prelevarle è semplice».

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