Tre milanesi punti dalla zanzara tigre

Milano non si fa mancare nulla. Nemmeno il virus Chikungunya che ha colpito due residenti in città e uno dell’hinterland. Tre persone che però non sono state contagiate nel capoluogo lombardo, ma in una trasferta romagnola e non durante un viaggio all’estero com’è accaduto, però, al primo dei 197 romagnoli colpiti. Tutti accomunati dai sintomi di questa malattia che provoca febbre, di solito della durata di una settimana, un eritema esteso e dolori articolari che, invece, durano anche dei mesi. Gli stessi sintomi che hanno accusato i tre lombardi che dalla sfortunata trasferta sono ritornati a casa guariti. E pertanto assolutamente non pericolosi. Né adesso e tantomeno in futuro. Loro sono, infatti, immunizzati da questo virus che non si trasmette da uomo a uomo, ma tramite le zanzare: primariamente dalla Aedes Aegypti assente in Italia e dalla Albopictus, più conosciuta come la zanzara tigre. «Proprio quella che sta infastidendo in questi giorni i milanesi - spiega Giuseppe Carlo Lozzia, direttore dell’Istituto di Entomologia Agraria dell’Università Statale - è che quest’estate è stata più fastidiosa dell’anno scorso perché è stato più alto il numero degli esemplari. Zanzare che non provengono da zone comunali ma dal cortile di casa o dal condominio». In questo modo il professor Lozzia assolve il Comune con cui ha collaborato nella campagna contro questi insetti che ci pungeranno ancora per un'altra decina di giorni.

«Al momento le loro punture non ci devono spaventare - tranquillizza l’entomologo dell’Università degli Studi - ma non bisogna nascondere l’eventualità che anche le zanzare milanesi possano imitare quelle romagnole. Ormai il salto è stato fatto. Il virus Chikungunya dalle zone africane ed asiatiche dov’è endemico è sbarcato in Italia».

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