Trema anche Riad Il re vieta le proteste: sono contro la sharia

E ora il mondo trema guardando verso l’Arabia Saudita. Il vento della rivoluzione soffia anche lì. Re Abdullah teme che la rivolta sciita in atto da oltre un mese nel vicino Bahrein arrivi anche a Riad. Per questo il governo di Riad ha ricordato ai suoi cittadini che nel regno è proibita ogni sorta di manifestazione a una settimana dalla «Giornata della collera» organizzata sul web per venerdì prossimo. «Le normative del regno vietano ogni tipo di manifestazione, marcia e sit-in di protesta, così come appelli a organizzarli, dal momento che sono contrari ai principi della sharia e ai costumi e alle tradizioni sauditi», si legge in una nota del ministero dell’Interno di Riad. Ma intanto sono stati distaccati 10.000 agenti di sicurezza nelle province nord-orientali del Paese, a maggioranza sciita per rafforzare la sicurezza nella capitale. Il dicastero precisa che le forze di sicurezza adotteranno tutte le misure necessarie per impedire manifestazioni nel regno.
La notizia arriva mentre su Facebook continuano a circolare appelli per organizzare per venerdì 11 marzo una manifestazione con l’obiettivo di chiedere riforme politiche, il rilascio dei prigionieri politici, più posti di lavoro e maggiori libertà. L’opposizione si aspetta l’adesione di almeno 20.000 persone a Riad e nelle province sciite alla manifestazione della prossima settimana. Nelle email e nei messaggi che circolano su Facebook, gli organizzatori hanno ipotizzato di far sfilare in prima fila le donne, per scongiurare eventuali scontri con le forze dell’ordine. Eppure il re Abdullah avrebbe detto alle autorità del Bahrein di essere pronto a usare la forza per reprimere eventuali disordini. Intanto i ministri ostentano sicurezza. «Non ci sono problemi, il Paese è stabile», ha dichiarato il ministro dell’Informazione di Riad, Abdul Aziz Khoja, e ha escluso che anche la monarchia di re Abdullah venga travolta dall’ondata di proteste che dall’inizio dell’anno hanno scosso il Nord Africa e alcuni paesi del Medioriente, non risparmiando nemmeno le monarchie del Golfo.

Per tentare di alleviare la tensione, il governo saudita sta studiando l’ipotesi di consentire alle donne del regno petrolifero del Golfo Persico di votare, per la prima volta nella loro storia, alle prossime elezioni amministrative. La proposta sarebbe ancora in fase di studio, e non prevede che le donne possano candidarsi alle consultazioni locali, previste per la fine del prossimo aprile.

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