Roma - «O si va avanti o si va a fondo. Come sul Titanic, non si salvano neppure i passeggeri di prima classe». Nel corso dell’intervento al Senato che ha preceduto il voto sul maxiemendamento al dl manovra, ilministrodell’Economia,Giulio Tremonti, ha messo in rilievo la portata storica del provvedimento da 48 miliardi che dovrebbe consentire un sostanziale azzeramento del deficit nel 2014.
«Non è solo una questione specifica di singoli Stati. È una questionecomunecheriguardalacredibilità politica dell’euro e dell’Europa », ha ribadito sottolineando che «serve una visione alta sul nostro futuro, serve la costruzione di una governance, capace di guidare unitariamente ed autorevolmente i 17 Paesi membri».Se i Paesi dell’eurozona non presenteranno tutti insieme una situazione finanziaria in grado di tranquillizzare gli investitori, tutti, nessuno escluso (persino l’insospettabile Germania), saranno condannati senza possibilità di appello.
Tale destino, osservato dalla prospettiva italiana, richiede un’ulteriore assunzione di responsabilità. «Nessuno fa una manovra come questa - ha aggiunto - se non perché vuole il bene comune». Senza questo sforzo non si otterrebbe il pareggio di bilancio e «il debito pubblico, un mostro che viene dal nostro passato, divorerebbe il futuro nostro e dei nostri figli».
L’ecumenismo tremontiano non è legato a una questione meramente opportunistica come la necessità di approvare rapidamente il provvedimento per rassicurare i mercati, ma è determinato dalla presa di coscienza relativa al futuro della nazione. «Il Paese ci guarda, guarda il governo, guarda la maggioranzaeguardal’opposizione, certamente diversi, ma oggi qui non troppo divisi», ha concluso dichiarandosi «orgoglioso» di essere protagonista di questo passaggio.
Il titolare del Tesoro ha svolto considerazioni politiche e non tecniche perché politica è stata e ha da essere la gestione della crisi. «Perché credere in una moneta fatta da 17 diversi Stati-nazione, governata da 17 diversi governi controllati da 17 diversi parlamenti?» si è interrogato retoricamente soprattutto se si considera che l’euro ha invertito l’ordine delle priorità: «Prima la moneta e poi, solo in prospettiva, l’Europa federale».
Questo è il motivo principale che giustifica una manovra di tale portata: il fatto che «non ci può essere una politica italiana diversa da quella europea e viceversa». Commissione Ue, Ocse e Germania hanno apprezzato questo sforzo, apprezzamenti che l’opposizione ha sottovalutato. Questo è l’unico piccolo rimprovero mosso da Tremonti agli avversari ai quali ha chiestoulteriorecollaborazionein tema di riforme. «Il nostro lavoro non termina oggi. Dovremo insieme, maggioranza e opposizione, introdurre nella nostra Costituzione la regola d’oro del pareggio di bilancio », ha annunciato.
Le premesse ci sarebbero tutte visto che Pd, Idv e Terzo Polo hanno agevolato, tutto sommato,l’iter in Parlamento. E alle critiche Tremonti ha voluto opporre l’argomentazione e non l’indifferenza spiegando che nella legge non ci sono solo tasse, ma che, considerata assieme al decreto sviluppo, «contiene 16 nuove azioni per la crescita », dal credito d’imposta per la ricerca alla detassazione dei nuovi contratti di produttività alle privatizzazioni e liberalizzazioni. E al senatore pd Morando che lo aveva criticato per la mancata copertura finanziaria del forfait del 5% per le imprese dei giovani ha voluto replicare che sarebbe stato «più ingiusto eliminare la norma » mentre «la piccola questione può essere rimediata ». «Il bilancio pubblico lo si fa tutto per legge», ha chiosato ma «il pil non si fa solo per legge: servono, certo, decreti come questi e altri».
Ma serve quel senso di responsabilità libero da pregiudizi politici pretestuosi che impedisce di giudicare serenamente la realtà. «Si può fare di più: sentiremo tutti su tutto, ma non si può dire che dal lato dello sviluppo non è stato fatto niente finora».
In ogni caso, «ciò che serve ora è un duro e responsabile lavoro comune nel Paese per il Paese». È unTremontimoltodiversodalpassato quello che ha parlato ieri. Quasi avesse la consapevolezza che questa sia l’unicastrada per scampare alla barbarie di una guerra. O alla tragedia del Titanic.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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