Tremonti si chiude nel suo studio Poi va a colazione con i banchieri

Giulio Tremonti era atteso a palazzo Serbelloni a Milano ieri sera alle 18: avrebbe dovuto partecipare alla presentazione di un libro di Carlo Scognamiglio, ex presidente del Senato. Ma il ministro dell’Economia ha dato forfeit: ogni parola, ma anche il silenzio assoluto, avrebbe sollevato centinaia di interpretazioni. Perciò, dicono i suoi collaboratori, il Professore ha deciso di annullare tutti gli impegni pubblici fino a giovedì. Il 29 ottobre è la «giornata del risparmio». E al tradizionale incontro a palazzo della Cancelleria sponsorizzato dalle Casse di risparmio, sono previsti due interventi di rilevo: quello di Tremonti, appunto, e quello del governatore di Bankitalia Mario Draghi. Gli anni scorsi non sono mancate le frecciatine: stavolta che cosa succederà?
La cancellazione degli appuntamenti pubblici non ha significato, per Tremonti, una giornata di vacanza sulle montagne della Valtellina. Come tutti i lunedì, ha lavorato nel suo ufficio di via Tarchetti, sede milanese del ministero dell’Economia in un’atmosfera non propriamente serena. Con lui il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, e altri collaboratori come il deputato Pdl Marco Milanese. A Roma è rimasto il viceministro Giuseppe Vegas per presidiare la Finanziaria da oggi alla prova degli emendamenti a Palazzo Madama. Nel corso della giornata telefonate, visite (non di politici, ma di diversi esponenti del mondo finanziario), poi lo stacco per una colazione di lavoro. Bisogna ammetterlo: il ministro dell’Economia possiede un’abilità non comune per i colpi di teatro. Mezza Italia economica e finanziaria è rimasta sorpresa nel conoscere i nomi dei commensali: Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa-Sanpaolo; Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit; e Giuseppe Guzzettti, presidente della Fondazione Cariplo.
Un’ora e mezzo circa di colloquio che una nota telegrafica del Tesoro definisce come «uno dei periodici incontri del ministro con il mondo economico e finanziario». Sui contenuti della conversazione è scesa una cortina di silenzio. Profumo e Passera sono i due banchieri che non hanno sfruttato i «Tremonti bond», strumenti finanziari pubblici per la ricapitalizzazione delle banche, preferendo il mercato: Intesa attraverso dismissioni, come quella di Banca Fideuram (che interessa agli Agnelli); Profumo con un aumento di capitale da 4 miliardi di euro. Il ministro non l’aveva presa bene e più volte aveva scoccato frecce al curaro contro il mondo bancario che, non rafforzando il capitale, raziona il credito alle imprese. Ora è davvero sorprendente che i primi incontri dopo il teso confronto di Arcore con Silvio Berlusconi, siano stati proprio con i due reprobi. Guzzetti, vecchissima volpe del mondo politico e bancario milanese, sembra aver fatto un po’ il Bossi della situazione, accompagnando Profumo e Passera al colloquio con Tremonti.
All’incontro erano presenti anche Fabrizio Palenzona, vicepresidente del consiglio d’amministrazione di Unicredit, e i rappresentanti di due importanti gruppi assicurativi, Generali e Ras-Allianz: Giancarlo Scotti, amministratore delegato di Generali Properties Asset Management; e per la Ras, il plenipotenziario Allianz in Italia, Enrico Cucchiani (che è anche consigliere di Unicredit). Secondo fonti informate, al centro dell’incontro ci sarebbe stato il piano di social housing del governo, il finanziamento di edilizia popolare a favore di studenti, giovani coppie, ma anche anziani e famiglie con un solo genitore vivente. Dunque, non si è discusso di politica (ed era evidente), e probabilmente neppure di bond. Magari due parole sull’andamento del credito e dell’economia.
Ma non è finita qui. Un altro incontro ha colpito la fantasia dei giornalisti: quello di metà serata con Domenico Siniscalco. L’attuale banchiere privato («numero uno» della Morgan Stanley in Italia) è stato direttore generale del Tesoro, e venne poi nominato ministro da Silvio Berlusconi quando Tremonti fu dimissionato nell’estate del 2004. Due ore di colloquio fitto fitto fra i due, che hanno ricucito da tempo le incomprensioni di cinque anni fa.

«Sono venuto a parlargli da amico, perché sono suo amico», ha detto Siniscalco. Gli è stato chiesto: ma non è che tiri aria di «bis», lei è per caso interessato a fare di nuovo il ministro dell’Economia? «Non scherziamo - ha risposto - io sono un uomo libero».

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