«Se l’avessi saputo, me se sarei rimasto a casa. Altroché. E invece qui ad aspettare. Per andare a Pioltello c’ho messo due ore e adesso mi tocca stare qui chissà fino a quando». Alle 13.30 alla stazione di Milano Certosa, i pendolari sono ancora in attesa di salire su un treno che li riporti a casa. Dopo una giornata di ritardi, disguidi, cancellazioni sulle linee che dalla città della Madonnina vanno verso Torino, Varese, Novara e Domodossola. Tutta colpa di qualche ladruncolo che all’alba ha tentato il furto di lacune trecce di rame, troncando un cavo e causando un cortocircuito alla centralina elettrica dello snodo ferroviario. Con il risultato di aver creato forti disagi a tutta la circolazione. Specialmente ai lavoratori che si spostano su questa tratta e che ieri mattina alle 10.30 non potevano più di aspettare. «C’è stata una piccola contestazione dei passeggeri - raccontano dal bar della stazione di Certosa -. Ma non è mica la prima volta che rubano il rame. Vai a sapere chi è...».
Lì vicino alla stazione dei treni, c’è il campo nomadi di Triboniano. «E chi vuole che sia stato. Sempre i soliti - dice un signore stringendo i quotidiani sottobraccio come a ripararsi dal vento freddo -. Invece di tagliare i cavi, gli taglierei io le mani. Sì, tornerei alla vecchia legge, dente per dente, occhio per occhio. Perché oltre ai ritardi e ai problemi che creano a noi lavoratori, ci sono i danni per i disagi della circolazione. Chissà quanto ci costa un guasto così». A metà giornata, Ferrovie dello Stato scandisce le tappe degli interventi: alle 8.50 i tecnici della rete ferroviaria hanno ripristinato la funzionalità delle apparecchiature. E hanno quindi garantito tutti gli itinerari in entrata e in uscita dalla stazione di Milano Certosa che però risultavano ancora gestiti manualmente e non in automatico. Alle 10.30 dopo un monitoraggio, i treni regionali coinvolti erano circa 90 con ritardi fino a due ore. Ventidue i convogli per i quali sono state predisposte cancellazioni e limitazioni di percorso. Nel marasma finiscono dentro anche sette treni a lunga percorrenza, di cui 5 Alta Velocità, con ritardi fino a 90 minuti. «La sottrazione di rame non comporta problemi di sicurezza alla circolazione ferroviaria - assicura Fs -. L’asportazione di materiale realizzato con il metallo prezioso provoca l’attivazione istantanea dei sistemi di sicurezza che governano le tecnologie utilizzate per la gestione della circolazione ferroviaria».
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