Traballano alla Provincia di Trento il centrosinistra e la poltrona di Lorenzo Dellai, rieletto presidente nel novembre del 2008. Entro il prossimo 20 ottobre, infatti, il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato, dopo lesclusione dalla competizione della lista dellUdc, dalla Fiamma Tricolore. E sono in tanti a temere che il rischio annullamento del voto, e dunque la necessità di tornare di nuovo alle urne, sia quanto mai verosimile.
Il ricorso, di per sé curioso visto che la Fiamma Tricolore perora la causa di un avversario politico - in Trentino lUdc nel 2008 era al fianco di Dellai e dunque del centrosinistra -, solleva in realtà un nodo ben più pericoloso: quello della violazione dellarticolo 48 dello Statuto autonomistico. La norma regionale, infatti, prevede che si voti lo stesso giorno a Bolzano e a Trento, e questo un anno fa non è avvenuto proprio a causa del tira e molla di ricorsi seguito allesclusione dellUdc. E non finisce qui. Sì, perché al danno di dover tornare alle urne con il rischio, più che concreto, di non riuscire a conquistare nuovamente uno dei pochi fortini rossi ancora in piedi, si aggiunge per il centrosinistra la beffa di non potere ricandidare alla presidenza Dellai. Almeno stando allinterpretazione corrente della legge elettorale provinciale, che prevede la temporanea ineleggibilità a presidente per «chi sia stato eletto alla carica nelle due precedenti consultazioni elettorali e abbia esercitato le funzioni per almeno 48 mesi anche non continuativi». Come, appunto, Lorenzo Dellai. Qualora il Consiglio di Stato accogliesse il ricorso - che è relativo alla proclamazione degli eletti - la consultazione dellanno scorso verrebbe di fatto annullata. Ma non verrebbe annullato lanno di governo, con relativi atti, durante il quale il presidente e la sua giunta hanno operato. Insomma, il problema ineleggibilità si porrebbe eccome.
Dellai sembra minimizzare - lo ha fatto sin dallinizio - ma la tensione è palpabile. Già, perché oltre al presidente, in caso di vittoria del ricorso, andrebbero a casa anche gli inquilini del Consiglio comunale. Che proprio non ci stanno. Qualche giorno fa la discussione si è animata sullopportunità o meno di costituirsi in giudizio per osteggiare il ricorso. Ma il capogruppo della Lega Alessandro Savoi si è opposto: «Non si possono spendere soldi pubblici per difendere una decisione sbagliata della giunta provinciale.
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