TRIENNALE Il contemporaneo si mette in mostra alla Bovisa

Luciana Baldrighi

Nasce alla Bovisa un nuovo spazio espositivo per l’arte contemporanea che fra tre anni si sarà trasformato in un vero polo innovativo altamente tecnologicizzato e circondato da dipartimenti universitari, abitazioni per studenti, un centro sportivo, duemila metri quadrati dedicati all’arte e un centro per la ricerca. La nuova Triennale alla Bovisa ha voluto lanciare una scommessa e così pure il Politecnico - che già qui aveva creato un terzo polo universitario ancora da perfezionare - e lo fa con l’apertura, martedì, di una mostra dedicata a Hans Hartung (Lipsia 1904-Antibes 1989), il grande artista tedesco che ha tracciato un segno indelebile nella storia dell’arte del Novecento. Il percorso della mostra dal titolo In principio era il fulmine (che rimarrà aperta fino all’11 marzo 2007) si snoda attraverso documenti che ci permettono di conoscere i luoghi, la vita, le atmosfere, gli strumenti di lavoro e l’intera opera di questo straordinario artista del quale possiamo ammirare duecento opere, tra quadri, disegni, acquarelli, fotografie e un’unica scultura realizzata in ferro.
Il cartellone per il 2007 della Triennale Bovisa, di tutto rispetto, proseguirà con una mostra fotografica di Rancinan con sessanta immagini dedicate al «corpo mancato» e alla sua dimensione di sacralità e con una rassegna sul mito dell’immagine di Che Guevara da osservarsi come un viaggio attraverso le innumerevoli manipolazioni dell’icona realizzata da Alberto Korda. Non mancheranno performances, incontri, dibattiti.
Così, a due passi dalla stazione delle Ferrovie Nord Bovisa e dal passante stazione Villapizzone, nasce “TBvs”, la nuova sede della Triennale-Bovisa dedicata all’arte contemporanea. Si tratta di uno spazio di 1.400 metri quadrati a cui si aggiungono 500 metri quadrati di bookshop, ristorazione e servizi pubblici. Tutto intorno pareti dedicati ai graffitari. Per il momento sono stati investiti sei milioni di euro: coinvolti anche gli studenti di Architettura e Design industriale. I writers hanno decorato sei chilometri di superfici murarie lungo le mura della ferrovia.
L’area oltre a ospitare il nuovo Politecnico ingloberà anche l’Istituto di ricerca Mario Negri e gli Studi Televisivi di Antenna 3 e Telelombardia, nonché il Museo del Bambino, anche se per ora tutto è ancora sulla carta. «Ci mancano i fondi - spiega l’assessore all’urbanistica, Carlo Masseroli, ma se si lavora tutti insieme ce la possiamo fare perché la Bovisa è una grande opportunità». Solo per la bonifica dell’area dei gasometri sono necessari 40 milioni di euro. Per Giulio Ballio, il rettore dell’Università, questa cittadella dei giovani dovrebbe vivere 24 ore su 24, 150 imprese daranno impulso per lo studio di materiali e brevetti. Non mancheranno anche case per il terziario. E il regista Ermanno Olmi che abitava dietro lo scalo ferroviario di via Cantoni sostiene che i gasometri sono le nostre «Tour Eiffel» a ricordo dell’era della grande produzione industriale.
Ma torniamo alla Triennale «bis»: il progetto è firmato da Pierluigi Cerri come un voluto esempio di «non architettura» perché si tratta di una costruzione leggera, della massima semplicità pensata per essere flessibile e funzionale. Stiamo parlando di 2.000 mq. realizzati con leghe leggere e pannelli isolanti della ditta Bresciani Cover All. Il complesso è rivestito in Pvc della Vertical Vision.

Fastweb ha realizzato il cablaggio mentre la qualità degli impianti è garantita da Bose. L’asfalto cromato antistante è della Co-Bit di colore rosso sul quale sono tracciati numerosi campi da gioco. Il tutto all’insegna di una natura gioiosa.

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