Il triste day after nel paese degli orchi

Doveva essere una una festa dolce, di preghiera e commozione. E invece è stata una festa amara quella della prima comunione per i bambini di Rignano Flaminio, l’ennesimo «paese degli orchi». È iniziato di buon’ora il «day after» per una trentina di bambini di Rignano che, proprio ieri mattina hanno ricevuto la prima comunione. Molti di loro, solo alcuni anni fa, hanno frequentato la scuola materna «Olga Rovere» e hanno avuto come insegnanti le tre maestre arrestate martedì scorso, assieme a una bidella e a due uomini, per una serie di presunti episodi di pedofilia.
Alle 9,30 erano già tutti pronti: le femminucce con il velo sul capo ed i maschietti in tonaca bianca. Mentre, accompagnati dai genitori e dai padrini, raggiungevano la parrocchia dei Santi Vincenzo e Anastasio, dove alle 11 è stata celebrata la cerimonia. «Certo - dice una mamma che ha accompagnato in chiesa la figlia di dieci anni - avremmo preferito un clima diverso, ma abbiamo il dovere di andare avanti e soprattutto di chiedere giustizia».
A pochi passi dalla chiesa, sono risuonate le note dell’inno di Mameli. Nei giardini pubblici si stava infatti svolgendo la commemorazione del 25 aprile, la festa di Liberazione. «Liberateci dai pedofili», ha detto un uomo rivolto al corteo con in testa il sindaco con la fascia tricolore, il gonfalone del comune, la bandiera, la corona d’alloro poi deposta ai piedi del monumento ai caduti. Per tutti, insomma, è stato un giorno di festa, laica e cattolica, sottotono. L’ombra dell’«orco» incombeva e incomberà ancora a lungo sul paese e sui suoi abitanti. Soprattutto se l’«orco» si fosse davvero celato dietro i volti rassicuranti e affettuosi di alcune maestre.
Durante l’omelia, nella celebrazione della Messa della prima comunione, il parroco don Enrico Rocchi non ha fatto alcun cenno alla vicenda. Difese mesi fa i presunti pedofili, proprio dall’altare della chiesa. Ieri si è rifiutato di fare qualunque commento, liquidando i cronisti con un brusco «lasciatemi in pace». Consegna del silenzio anche per il viceparroco, don Jorge Albert Altamiro. «Non ho nulla da dire» taglia corto prima di riattaccare il telefono.
Più o meno analoga la risposta della Curia di Civitacastellana, dalla quale dipende la parrocchia di Rignano Flaminio: «Il vescovo non c’è - dice la voce che risponde al telefono -, riprovate domani». Più loquaci sono invece due avventori del Roxy bar, in largo della Stazione, uno dei ritrovi di Rignano dove ieri si parlava solo della vicenda dei presunti orchi.

«Se fosse vero che hanno fatto quello che si dice - afferma un uomo - oltre alla galera dovrebbero togliere tutto ciò che hanno e destinarlo ai bambini bisognosi, come si fa con la roba della mafia». «A me - aggiunge l’altro - sembra troppo grossa per essere vera. Qui si parla da mesi di questa storia ma non se ne viene mai a capo. Comunque, da padre preferirei che si trattasse di un errore giudiziario».

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