Venezia - Una tromba d'aria con la grandine, dieci gigantesche impalcature non fissate a terra, trentamila persone prive di riparo, e il più grande concerto mai tenuto in Italia, l'Heineken Jammin' Festival di Mestre, si trasforma in un campo di battaglia completamente devastato e deserto.
I tralicci su cui erano montati casse acustiche, luci e maxi-schermi si sono rovesciati sugli appassionati di musica radunati per il secondo dei quattro giorni di rock al parco San Giuliano. I pali sono stati divelti dalle violentissime raffiche di vento, i tendoni strappati, gli ombrelloni volati via, i tetti dei bar e di altre strutture provvisorie scoperchiati.
Diciannove persone sono rimaste ferite per fratture e traumi, soltanto una avrebbe lesioni gravi. L'area del palco principale è stata sequestrata e il festival cancellato, compresa l'esibizione di Vasco Rossi, prevista per domenica sera, che avrebbe richiamato oltre 100mila persone.
Il tornado si è fatto precedere da un fortunale che aveva spinto molti spettatori a cercare riparo sotto i teli pubblicitari appesi tra le torri d'acciaio o tra i baraccamenti. Erano le 17.10 e il programma concedeva una pausa tra i concerti prima dei «My Chemical Romance». E sulla grande spianata del parco, un'area verde tra la terraferma e la laguna di Venezia già ridotta a una palude dalla pioggia degli ultimi giorni, si è abbattuta una tromba d'aria che gli organizzatori del concerto hanno definito «di portata eccezionale».
«Noi e altri ragazzi che poi sono rimasti feriti abbiamo cercato di tenere con le mani le torri che ballavano per il vento - raccontano due giovani di Vicenza -. Per fortuna noi abbiamo capito in tempo che non c'era niente da fare e siamo scappati, altri purtroppo sono rimasti sotto». Così proprio chi cercava riparo presso i tralicci è rimasto schiacciato quando otto delle dieci torri sono crollate. Il palco principale ha resistito, ma alcuni tiranti erano sul punto di cedere.
La magistratura ha aperto un'inchiesta, il pm Francesco Saverio Pavone ha ordinato ai vigili del fuoco una serie di rilievi. La sicurezza delle strutture è sotto osservazione. Nei giorni scorsi, chiuse le polemiche scatenate dagli ambientalisti per la mancata tutela dell'area verde, se ne erano aperte altre proprio sugli standard di sicurezza. Mercoledì un’ispezione della Commissione provinciale di vigilanza non aveva riscontrato problemi. Fatto sta che tutte le testimonianze concordano su un punto: i tralicci non erano ancorati al terreno. «Le torri erano fissate come in tutte le manifestazioni di questo genere - ha detto ieri sera Roberto De Luca, titolare della Milano Concerti che ha organizzato l'evento -. Mi hanno detto che il vento soffiava a 200 all'ora, condizioni evidentemente eccezionali».
I soccorsi sono stati rapidi perché nel parco c'erano già una decina di ambulanze, mezzi dei vigili del fuoco, polizia e carabinieri. Tutta la zona è stata evacuata, comprese le tendopoli appena piantate e i parcheggi vicini, intasati da auto e soprattutto camper. La confusione di San Giuliano ha così contagiato tutta Mestre, flagellata dal maltempo e assediata dal traffico: circolazione impazzita, cavalcavia bloccati da allagamenti e incidenti, alcune auto e anche un autobus cittadino sono stati investiti dagli alberi sradicati. Altri dieci feriti.
A San Giuliano sono arrivati il sindaco Massimo Cacciari (che aveva voluto fortemente la manifestazione per «dare un'immagine nuova di Venezia, non morta e decadente») e il questore.
In un capanno si sono susseguiti gli incontri con gli organizzatori del festival per gestire l'emergenza. E lì si è decisa la cancellazione totale della manifestazione, che per la prima volta si svolgeva alle porte di Venezia dopo nove edizioni nell'autodromo di Imola.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.