La notte di Ronaldinho è diventata la notte delle spine e dei guai del Milan. Perché la figuraccia rimediata al cospetto dell’Ajax e la perdita secca degli 800 mila euro (premio Champions per la singola sfida) potevano anche passare sotto silenzio se non ci fosse stato molto altro a rendere improvvisamente cupo e fosco l’immediato futuro milanista. Intanto il rendimento in Champions: il Milan, abituato ai tempi di Ancelotti a chiudere da primo il girone iniziale, si è classificato come secondo e col minor numero di punti, 8 appena, rispetto all’intero panorama continentale. Poi è arrivato il bollettino medico con un paio di brutte notizie destinate a complicare il lavoro di Allegri. Il Milan ha perso per il 2010 Flamini (lesione del legamento collaterale mediale del ginocchio destro, non sarà operato, può tornare a metà gennaio), e questo si era capito al volo mercoledì sera in occasione della sostituzione. Ma inattesa e molto pesante invece risulta la perdita secca di Thiago Silva, uno dei pilastri di cemento armato della difesa rossonera: rimasto in campo nonostante avesse accusato una fitta al ginocchio destro (lesione del corno posteriore del menisco mediale), il brasiliano ha colto al volo l’occasione per partire subito alla volta del Brasile al fine di farsi operare (lunedì 13 dicembre) dal medico della Seleçao Runco. Recupero previsto, nella migliore ipotesi, dopo sei settimane: il che vuol dire rinunciare a Thiago Silva fino al 31 gennaio, perderlo insomma per dieci partite almeno. La scoperta ha gettato il Milan nella disperazione.
Perché l’infortunio di Thiago Silva si è rivelato un motivo di critica riservato anche ad Allegri (perché non ha schierato Papastathopoulos risparmiando il partner di Nesta?, l’obiezione scontata), uscito invece rafforzato nelle sue idee dal resto della prova. Ronaldinho può dedicarsi al recentissimo amore di Sara Tommasi ché il suo contributo, modestissimo, alla causa milanista può essere racchiuso nelle parentesi di brevi spezzoni. È vero, il Gaucho si è lamentato con i suoi amici per il ruolo ritagliato ma i duelli persi con gli olandesi sono stati una risposta solenne agli improbabili rimpianti. Per la prima volta ha ricevuto fischi dal suo pubblico, l’unico alleato.
Eppure Allegri e il Milan non possono considerare un successo indiretto la prova deludente di Dinho. Perché nell’occasione si è visto anche Seedorf fare il vigile urbano (indicava ai suoi dove posizionarsi prima che la stoccata di De Zeeuw cogliesse di sorpresa persino Amelia, tra i migliori dei suoi) e sulla scia dell’olandese altri esponenti del gruppo storico fare qualche passo indietro.
E dedicato a Di Vaio è infine il commento di Alessandro Nesta, suo vecchio amico dai tempi delle giovanili laziali. «Speriamo si fermi» il suo auspicio. Senza Thiago non sarà così facile.
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