Manuale del buon giornalismo d’inchiesta secondo «Annozero». Capitolo primo, la ricerca delle fonti. Testo: ignorare le fonti dirette, soprattutto se si tratta di parlamentari che potrebbero votare per Berlusconi. Si vadano invece a scomodare i loro parenti, meglio se anziani che «bucano» il video con quelle facce rugose e qualche perla di saggezza dialettale, meglio ancora se molto anziani perché magari hanno pure qualche buco di memoria, infinitamente meglio se non sanno nulla dell’oggetto dell’inchiesta giornalistica, così da garantire al parlamentare voltagabbana la figuraccia che merita.
Questa solenne lezione ci è stata impartita ieri dai maestri della professione, gli apprendisti Travaglio che non perdono occasione per censurare le «macchine del fango», i piccoli Santoro che pontificano di giornalismo d’inchiesta e poi lo mandano a vaffanbicchiere. Che cos’è dunque successo? C’è un parlamentare fuggito dal partito in cui ha militato per oltre dieci anni che si appresta a votare contro le indicazioni del partito medesimo. Il suo nome non è Gianfranco Fini, uscito dal Pdl e pronto a votare la sfiducia al governo Berlusconi. Egli si chiama Domenico Scilipoti, viene dalla provincia di Messina, fa il medico, è un cattolico moderato «di area saragattiana» che ha stracciato la tessera dell’Italia dei valori rinnovata per 12 anni.
Scilipoti è da tempo in rotta con il suo vecchio leader, Antonio Di Pietro, così come Fini ha sbuffato per anni nella scuderia del Cavaliere. Entrambi si preparano a esprimere un voto di fiducia opposto a quello manifestato negli ultimi anni. Ma Fini è un galantuomo, mentre Scilipoti «merita, metaforicamente parlando, l’albero di Giuda», secondo il lugubre augurio di Tonino Di Pietro. Sul medico siciliano, che non ha molti santi nel paradiso della Camera e nemmeno troppi amici nelle redazioni dei giornali, si scatena una tempesta mediatica. «È stato corrotto da Berlusconi».
L’ex magistrato Bruno Tinti ha detto chiaro e tondo, seduto accanto a Di Pietro venerdì sera sul palco del PalaDozza di Bologna, che simili accuse non potranno mai avere seguito nelle aule di giustizia. Ma le truppe dell’Italia dei valori vanno avanti a spalare fango, spalleggiate dalla stampa amica. Repubblica, il Fatto, l'Unità. Scilipoti non può reggere il colpo e ne fa una malattia, tanto che giace a letto con la febbre.
In cambio del voto di fiducia, si sarebbe fatto promettere soldi per pagare un mutuo e una penale di 200mila euro (condannato in secondo grado). Scilipoti nega, smentisce, s’indigna, protesta, ma non serve a niente. I grandi segugi del giornalismo d’inchiesta devono verificare. E da chi vanno a compiere i controlli? Da Scilipoti? Giammai: potrebbe mostrare le carte che smontano il castello accusatorio. La troupe di Santoro sbarca dunque in Sicilia, terra di origine del medico parlamentare. Ieri mattina, di buon’ora come usano i questurini, suona il campanello dei suoceri di Scilipoti alludendo al fatto che la loro abitazione sarebbe pignorata. Essi, come è naturale, cascano dalle nuvole. Poi gli inviati di Annozero si trasferiscono nella casa della madre del deputato, una signora di 91 anni che vive a Terme Vigliatore, il paesino di settemila anime di cui il figlio è stato vicesindaco. Nemmeno lei sa nulla di mutui e rogiti, ma davanti a microfoni, telecamere, domande a raffica e fari puntati ha un mancamento. Un grande spavento con un piccolo malore, da cui si è fortunatamente ripresa in breve senza avere ben capito che cosa le fosse successo. Infine la troupe ha girato il paese in cerca di dichiarazioni varie sul novello giuda.
Scilipoti si era fermato a Roma nel fine settimana per concordare le strategie del neonato Movimento di responsabilità nazionale in vista della fiducia. Anche lui si è preso un bello spavento quando, verso mezzogiorno, ha ricevuto la telefonata dei familiari che gli hanno raccontato la brutta avventura capitata alla mamma anziana. «Se la sono presa con una donna di 91 anni, non capisco che logica seguano questi giornalisti - dice -. È un atteggiamento scorretto: se vuole notizie da me, Santoro può invitarmi alla sua trasmissione. Io non ho paura, possiamo confrontarci. Non temo nemmeno un faccia a faccia con Di Pietro, così almeno si decide a rispondere alle contestazioni che gli rivolgo da mesi. Ma spaventare mia madre è stata una gravissima scorrettezza».
Il giudizio negativo su «Annozero» è condiviso da Alessio Butti, capogruppo del Pdl nella Commissione di vigilanza sulla Rai.
«La Rai è un servizio pubblico e le troupe di “Annozero” non possono andare in giro a fare azioni intimidatorie come il blitz a casa dell’onorevole Scilipoti e di sua madre novantunenne, impaurita da quanto accadeva. Fare giornalismo d’inchiesta significa raccontare i fatti, non spaventare le vecchiette con incursioni minacciose».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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