Tutte le bugie dello squalo Murdoch: "Niente intercettazioni e detective"

Arriva la risposta di News International: non ci sono prove contro i giornalisti. Ma restano le contraddizioni e i risarcimenti ai vip. Almeno 305 cronisti coinvolti

Tutte le bugie dello squalo Murdoch: 
"Niente intercettazioni e detective"

Londra - È passata quasi una settimana da quando il Guardian ha fatto scoppiare lo scandalo delle intercettazioni abusive fatte dai reporter britannici del gruppo Murdoch. In questi giorni i vendutissimi tabloid hanno taciuto, la cosiddetta grande stampa di Londra l’ha buttata in politica (l’ex direttore di uno dei giornali in questione ora è portavoce del leader conservatore David Cameron), sui fogli italiani nemmeno una riga. Muto il tycoon australiano. Invece venerdì sera, dopo lunghi e imbarazzati silenzi, ha parlato con una lunga nota la News International, holding britannica dell’impero mediatico di Murdoch. Replica che, tradotta in un gergo comprensibile anche alle massaie dei sobborghi londinesi, ieri prendeva l’intera pagina 9 del domenicale News of the World, il giornale più coinvolto nello scandalo.

Il documento va letto con attenzione, perché quello che non dice è assai più di quanto intende precisare. Esso sembra negare tutto: è un capolavoro fatto per tutelare l’azienda, colosso planetario che macina miliardi di fatturato, è quotato in numerose Borse e dà lavoro a milioni di persone. È comprensibile e anche doveroso che il gruppo Murdoch fornisca la propria versione dei fatti. Ma è interessante andare a scoprire quello che Murdoch non dice.

Secondo News International, non ci sono prove che i giornalisti abbiano avuto accesso alle caselle vocali dei telefonini intercettati, né che abbiano incaricato investigatori privati o altri di accedere alle caselle, e nemmeno che il gruppo abbia macchinato per nascondere i fatti. Nessun altro giornalista della catena, oltre Clive Goodman, è coinvolto nelle accuse. Non è vero che siano stati craccati i telefonini di migliaia di personaggi pubblici per carpire dati personali riservati (tasse, sicurezza sociale, documenti bancari, conti telefonici). Non è vero che News International abbia consapevolmente pagato per le intercettazioni. Insomma, non è vero niente. L’unica evidenza sarebbe che Goodman, cronista del News of the World, e un investigatore privato sono stati arrestati nel 2006 perché loro due avevano deciso di giocare sporco.

Tuttavia Murdoch, o chi per lui, non spiega a che titolo Glenn Mulcaire (il detective che collaborava con Goodman) sia stato messo sotto contratto per offrire «servizi» in cambio di circa 2.000 sterline a settimana (quasi 10mila euro al mese) più altre somme versate in quote di 500 sterline come rimborso spese. Sono soldi che qualcuno più in alto di Goodman deve aver deciso di spendere. Chi? Anche questo dev’essere chiarito, e il proclama collettivo di innocenza non convince. L’unico ad assumersi responsabilità è stato Andy Coulson, direttore del News of the World all’epoca degli arresti, che si è dimesso negando anch’egli di sapere alcunché: è credibile?

Inoltre si nega che le intercettazioni siano servite per acquisire altri dati personali; non si nega, però, che queste informazioni siano state comunque acquisite attraverso controlli incrociati o conversazioni con medici, funzionari del fisco e società telefoniche. Un rapporto dell’Ico (Information Commissioner’s office), il garante della riservatezza inglese, ha stabilito che 32 testate britanniche (dal Daily Mail al Times passando per il Mirror e naturalmente il News of the World) hanno usato questi sistemi per violare la normativa sulla privacy. Un precedente rapporto del medesimo organismo governativo ha ricostruito l’intera catena illegale attraverso cui i dati personali finiscono ai reporter, compresi i tariffari degli informatori, e ha svelato che almeno 305 giornalisti sono coinvolti in simili operazioni. Possibile che in questi 305 l’unico del gruppo Murdoch (primo editore britannico) fosse Goodman?

Ma c’è un’ultima questione lasciata in sospeso. Lo scoop del Guardian riguarda in primo luogo i cospicui risarcimenti versati da News International a tre personaggi intercettati abusivamente: Gordon Taylor, numero uno dell’Associazione dei calciatori professionisti, Jo Armstrong, consulente legale dell’associazione, mentre il terzo nome non è venuto a galla. Taylor ha ottenuto 400mila sterline di danni e altre 300mila di spese, gli altri due complessivamente 300mila sterline, risarcimenti che comprendevano anche la consegna del silenzio.

In tutto, questi accordi siglati per chiudere altrettante scomode vicende giudiziarie pesano per un milione di sterline sui conti di Murdoch.

La violazione della riservatezza di Max Mosley (il filmino dell’orgia sadomaso a sfondo nazista) costò a News of the World, un anno fa, la miseria di 60mila sterline. Taylor ha incassato sette volte di più. Perché così tanto? Che cosa copre quella montagna di denaro? E che cosa teme davvero News International?

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