Rivoluzionari islamici nati su internet, terroristi della guerra santa fai-da-te, con qualche vacanza del terrore alle spalle in Pakistan, Yemen, Somalia o estremisti di destra sono i principali sospettati del fallito attentato a New York.
La presunta rivendicazione di Qari Hussein Mehsud, uno dei più noti bombaroli della frangia pachistana dei talebani, porta dritta nelle zone tribali al confine con l'Afghanistan, ma nulla è escluso e la polizia comunque per il momento sembra scettica. Il 22 febbraio l'afghano Najbullah Zazi, ex taxista di Denver, ha ammesso davanti al tribunale di Brooklyn, che voleva far saltare in aria la metropolitana di New York. Il sistema era quello degli zainetti esplosivi utilizzato nella strage di Londra del 2005. Zazi, 25 anni, è cresciuto in Pakistan, ma poi ha frequentato le scuole nei Queens, un quartiere di New York. Nel 2008 si è recato in "ferie" nell'area tribale al confine con l'Afghanistan. I talebani pachistani lo hanno addestrato e convinto a tornare in patria per compiere attentati. L'Fbi lo ha preso in tempo.
Un'altra organizzazione sempre nel mirino degli investigatori è la Rivoluzione musulmana. Un gruppo di una decina di estremisti radicati a New York. In realtà la cellula è nata su Internet e ogni tanto distribuisce volantini davanti al Centro islamico della Grande mela. Inizialmente fondata da un ebreo ortodosso americano convertito all'islam, adesso è guidata dal misterioso Abu Talhah al Amrikee: nome di battaglia di un altro cittadino Usa devoto alla guerra santa. Nelle ultime settimane i «rivoluzionari musulmani» hanno minacciato un programma comico, molto in voga negli Stati Uniti, che prendeva in giro il profeta Maometto. La casa di produzione si trova poco distante da dove è stata trovata la macchina minata. Può voler dire come no.
Un'altra serpe in seno degli Stati Uniti si è rivelato David Headley, padre pachistano e madre americana con la quale viveva dall'età di 17 anni. L'antiterrorismo lo ha arrestato lo scorso novembre, dopo aver scoperto che era in combutta con Lashkar i Taiba, i terroristi del massacro di Mumbai nel 2008. Headley, grazie al passaporto pachistano, girava per l'India filmando gli impianti nucleari e altri possibili obiettivi. Lo scorso ottobre è finita in manette a Filadelfia Colleen La Rose. Americana di 46 anni, occhi verdi e capelli biondi, si era trasformata su internet in "Jihad Jane". Il suo obiettivo era farsi saltare in aria ammazzando il disegnatore delle famose vignette di Maometto pubblicate in Europa. Lo scorso novembre il maggiore dell'esercito americano, Nidal Malik Hassan, ha fatto strage di 13 commilitoni a Fort Hood.
Un altro nervo scoperto del terrorismo che cresce negli Stati Uniti è la costola somala della guerra santa. Sharif Mobley, giovane americano catturato di recente nello Yemen dove si era arruolato in Al Qaida, ha origini somale. In patria ha lavorato presso due impianti nucleari. L'Fbi ha scoperto che una ventina di giovani di Minneapolis con origini somale sono partiti per il Corno d'Africa andando a combattere con gli Shabaab, i talebani locali. Alcuni sono tornati a casa per raccogliere fondi nelle moschee americane a favore del jihad in Somalia.
L'altra pista è quella dell'estremismo di destra. Nell'aprile dello scorso anno il Dipartimento per la sicurezza interna lanciava precisi allarmi sulla rinascita «di un terrorismo di estrema destra a causa della crisi economica e dell'elezione alla Casa Bianca di un presidente di colore». Il mese scorso nove membri di una milizia messianica, sono stati arrestati in Michigan. Si autodefinivano Guerrieri di Cristo e stavano preparando imboscate contro agenti federali.
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