"Tutti al mare": ecco l’Italietta prigioniera dei ruoli

Nel remake di "Casotto" scritto da Cerami (e diretto dal figlio) che sarà al Festival di Roma, un affresco della società multietnica "che ti fa mettere le maschere". "Sarà una commedia corale, non un film di gag". Nel cast Proietti, Ilaria Occhini e Ambra Angiolini

"Tutti al mare": ecco l’Italietta prigioniera dei ruoli

Ostia - Dice: c’è la crisi. Ma ieri, in una qualunque mattina d’un giorno feriale, in molti affollavano le dune di Castelporziano, cercando la prima tintarella. E c’erano arrivati in Suv, mica col trenino popolare Roma-Ostia Lido. E all’ora di pranzo non tiravano fuori il panino col sugo, portato da casa, ma si attovagliavano a spaghetti e vongole all’osteria sulla spiaggia numero 6. Allora, l’Italia è un casino. Anzi, un casotto, come si dice in romanesco, per mitigare l’idea di marasma e furbizia così congenita alla nostra stirpe, che piange miseria e va con le ruotone della jeep a soffocare il lentischio sulla sabbia. Poi, il Casotto torna di moda, perché trentatré anni dopo l’omonima commediaccia di Sergio Citti, dove c’era di tutto, da Paolo Stoppa a Jodie Foster (l’unica a beccarsi 30 milioni delle vecchie lire, confessa il produttore del film, Gianfranco Piccioli, nel 1977 disposto a pagare l’altra star Catherine Deneuve con un brillocco, preso da Bulgari, ma con le cambiali), arriva il facsimile: Tutti al mare. Si tratta d’una commedia corale, alla quarta settimana di lavorazione, col sigillo della famiglia Cerami: papà Vincenzo, il cui racconto diede lo spunto per filmare povericristi in una cabina collettiva, in una domenica d’estate, firma la sceneggiatura col figlio Matteo, qui regista, con musiche di Nicola Piovani. Siccome il ragazzo Cerami esordisce, voilà 500mila euro dal Ministero dei Beni Culturali per l’opera prima del rampollo, che sfida il più celebre padre sullo stesso terreno.

Rai Cinema e Filmvision, che producono questo remake, pronto per il Festival del Cinema di Roma, a ottobre, contano comunque su 2 milioni e mezzo di budget: non poco, per ambientare un lungometraggio dentro un baracchino celeste sul mare di Ostia, che non è Cannes. E mentre quel che resta della sinistra si agita intorno alle ceneri di Pasolini, oltre che a quelle di Gramsci, per i più stagionati sale il sentore di certo malinconico pauperismo, sospeso tra Citti, il Pelosi (detto «Rana») e il P.P.P. dell’Idroscalo. Ma siamo sicuri che funzionerà l’idea di mettere «gente zozza, cui Citti voleva bene» (così Cerami jr.), al netto dell’attualità, tutta insieme sotto a una fraschetta? «Non sarà un film di sole gag. Il vero protagonista è il mare, che in Casotto non c’era. Qui, in un’inquadratura su due, il mare c’è. Un mare burrascoso, schiumoso. Né darò ai personaggi la possibilità di levarsi la maschera, come avveniva nel film di Citti», annuncia il neoregista, spalleggiato dal provvido genitore, che, intanto, ha fatto trapelare la notizia d’un futuro Johnny Stecchino 2, da scriversi con Roberto Benigni. Pio desiderio, ovvero notizia per far circolare il nome Cerami sui media (pare che Roberto Benigni, ignaro, cada dalle nuvole), oppure reale possibilità di lavoro? «Perché no? Se va bene questo...», risponde Carlo Brancaleoni di Rai Cinema, che su un progetto con Benigni non ci metterebbe una firma, ma mille.
Gli unici del cast, presenti in Casotto e nuovamente all’opera in Tutti al mare, sono Gigi Proietti, la cui partecipazione straordinaria materializza la figura d’un cleptomane smemorato, e Ninetto Davoli, promosso da guardone (nel film di Citti) a pescatore. Poi ecco un’attrice solida, Anna Bonaiuto, l’Adalgisa che sogna le Canarie ed è una conduttrice tv pretenziosa; un’antica attrice di prosa, che fa solo cinema, Ilaria Occhini, qui madre, che tormenta il figlio e padrone del casotto, Marco Giallini e Ambra Angiolini, che fa una hostess.

Vincenzo Cerami interpreterà «l’uomo col pappagallo» («faccio lo scemo, parlo poco»), aggirandosi «in una società bulimica, che ti fa mettere le maschere», zeppa di extracomunitari: dalla cuoca camerunese al marocchino tuttofare, dal bagnino russo al massaggiatore cinese, l’Italietta è questa.

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