Tutti nudi dentro la vasca Così saponi e shampoo vogliono salvare l'ambiente

È la filosofia dei prodotti «Lush» senza confezione A Londra il premio ai progetti solidali e innovativi

Alice Rosati

L'addetto alla sicurezza dell'aeroporto di Londra Gatwick non poteva credere ai suoi occhi. Dallo scan vedeva nel mio trolley una bottiglia mini di spumante e invece quello che stavo trasportando era semplicemente uno spumante da bagno di Lush.

Milky Bath, un prodotto totalmente solido, quindi perfetto per il bagaglio a mano, che a contatto con l'acqua trasforma la vasca da bagno in un abbraccio profumato di schiuma.

Molti dei cosmetici di Lush, brand etico che produce solo prodotti beauty freschi e fatti a mano - su ognuno c'è il bollino con l'immagine e il nome di chi lo ha realizzato - sono totalmente nudi. Privi di qualsiasi packaging per garantirci un futuro con meno plastica visto che, secondo la Ellen Macarthur Foundation, nel 2050 l'oceano potrebbe ospitare più plastica che pesci. Nel 2009 Lush ha lanciato la campagna «Tutti nudi» facendo indossare ai commessi dei negozi solo un grembiule con la scritta «Chiedimi perché sono nudo» mentre distribuivano volantini con le informazioni sull'impatto ambientale dei flaconi con eccessivo packaging.

Oggi, a Milano in via Torino 42, nel ventesimo anniversario della presenza del marchio in Italia, nasce il primo Lush Naked Shop al mondo, che vende prodotti per corpo e capelli nudi, solidi e formulati con solo ingredienti etici. Una sfida che, oltre a far bene all'ambiente, rappresenta per Lush innovazione e spinta creativa per realizzare saponi, shampoo, balsami, gel doccia, scrub, balsami per il corpo, detergenti per il viso e linee skincare unici nel loro genere, con una concentrazione altissima di oli essenziali dai profumi che creano dipendenza.

Per quei cosmetici che necessitano un minimo di imballaggio per essere conservati, Lush pratica un circolo virtuoso del riciclo come alternativa alla plastica usa e getta. Quindi, con confezioni composte da materiali 100% riciclate, riciclabili e riutilizzabili all'infinito. Gli iconici vasetti neri in polipropilene hanno più vite di un gatto. Quando i clienti li riportano in negozio, vengono mandati nel Green Hub della fabbrica di Poole, in Gran Bretagna dove nel 1995 tutto è cominciato. Lì i vasetti vengono frantumati, lavati e asciugati in una macchina chiamata granulatore che li trasforma in piccoli pallini di plastica pronti per essere fusi e colati in nuovi barattoli neri, da riempire con formule fresche.

Lush, oltre ad opporsi a tutte le sperimentazioni sugli animali, supporta il commercio equosolidale e le comunità in tutto il mondo. A questo proposito nel 2017 è nato il Lush Spring Prize in collaborazione con Ethical Consumer, un fondo di 200.000 sterline volto a premiare progetti di rigenerazione sociale ed ambientale che sostengono i valori della permacultura, ovvero attenzione verso la terra, cura delle persone ed equa distribuzione. Con questo premio, Lush dà voce e racconta le storie di chi sviluppa iniziative in cui le risorse sono utilizzate in armonia con la natura. La rigenerazione va oltre al sostenibile per far rivivere gli ambienti danneggiati e le comunità.

Da 300 applicazioni e 53 progetti finalisti provenienti da sei continenti e 29 paesi, sono 11 i vincitori dell'edizione 2018, divisi in quattro categorie con un fondo dedicato per ciascuna, che dall'Africa,

dall'India, da Haiti, dal Brasile, dalla Bolivia e dal Nicaragua sono volati a Londra per ricevere il loro premio. Tra felicità, commozione e consapevolezza che quello che portano avanti a livello locale ha un'importanza globale.

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