La tv non può arrendersi alla bestemmia

Non affidiamo compiti di educazione morale alla televisione, ma neppure pensiamo che sia una zona franca della comunicazione. Si dice: la televisione accoglie, riflette la realtà di questo mondo, quindi è inutile fare i patetici moralisti e censurare quelle parolacce che sono d’uso quotidiano, compresa la bestemmia. Ma la questione non è essere o non essere indulgenti nei confronti di chi bestemmia, ma metterci d’accordo sul linguaggio da ammettere o non ammettere nei programmi televisivi.
I responsabili del Grande Fratello hanno deciso di far partecipare in questa edizione della trasmissione il giovane a cui l’anno precedente era scappata una bestemmia durante il reality. Loro sostengono che un anno di assenza dal Grande Fratello sia un tempo giusto di purgatorio che ha lavato il peccato.
La questione non è, neppure in questo caso, se un anno trascorso fuori dalla tv sia un periodo di punizione sufficiente oppure no. Piuttosto, si dica chiaramente quale sia la comunicazione televisiva che si ritiene ammissibile, opportuna, accettabile nella relazione fra l’utente che guarda e l’ospite che parla.
Per esempio, trovo di una mediocre ipocrisia inserire i bip per nascondere la parolaccia. Perché non si cancella completamente il pezzo in questione? Semplicemente perché molti, troppi programmi televisivi hanno bisogno di quel pezzo e dei personaggi che generano quel tipo di comunicazione poi censurata dal bip. Alla pochezza psicologica di chi non sa esprimere un proprio punto di vista senza trascendere in un linguaggio volgare, si aggiunge l’ipocrisia di autori e programmisti televisivi che appiccicano il bip alla parolaccia.
Certo, non si può pensare che la tv sia un cenacolo di accademici dei Lincei, però neppure si può pensare che in televisione sia lecito usare con disinvoltura il linguaggio della caserma, almeno di quella che ho conosciuto io molti anni fa. E su questo siamo tutti d’accordo, ma la cosa fastidiosa per la sua stupidità diventa la tacita, non esplicita gerarchia della parolaccia che viene accolta da chi ha la responsabilità di fare televisione.
La parolaccia del tipo «idiota» con tutto il suo contorno di contumelie che può provocare, non genera nessun problema per conduttori e autori. Invece la parolaccia che fa riferimento a parti nascoste dalle mutande provoca qualche imbarazzo, che, tuttavia, se pronunciata in forma esclamativa da qualche persona autorevole può anche essere ben accetta: in fondo, nella generale assenza di stile, si scambia spesso la volgarità per la raffinatezza.
Se però quelle parti nascoste dalle mutande diventano pietre lanciate da un qualsiasi interlocutore all’altro, ecco che sentiremo il conduttore esprimere tutto il suo disappunto che, in realtà, cela felicità perché egli sa che gli ascolti si stanno alzando. Se la trasmissione è registrata, sulla parola di scarsa nobiltà corporea si appiccicherà l’ipocrita bip.
Assolutamente inaccettabile è la bestemmia, ultimo tabù della comunicazione televisiva. Speriamo che il tabù resista perché altrimenti tutto diventa lecito: mi sento nelle vesti del Grande Inquisitore (con le dovute proporzioni) nei Fratelli Karamazov. Se si ammette la bestemmia, se viene perdonata la volgarità del linguaggio non avrà più confini.
La bestemmia è violentemente offensiva per il credente, ma, siamo sinceri, quanti credenti sono bestemmiatori?
Gli autori del Grande Fratello hanno fatto un ragionamento sconfortante nella sua semplicità e correttezza: avranno pensato che, come il bestemmiatore dopo avere confessato al prete il suo peccato riceve la penitenza per essere assolto, così il concorrente bestemmiatore del Grande Fratello dopo avere fatto penitenza (un anno di assenza dalla tv) non può che tornare pulito.

Questo pensiero sarà giusto per ciò che riguarda il cielo, ma in terra, cioè nel mondo della televisione, è doveroso resistere, non ammettere trasgressioni verbali: tutte dovrebbero essere bandite soltanto per una questione di stile. Non è possibile, lo so bene, ormai la comunicazione tv va come tutti sanno ma almeno si resista sulla bestemmia come ultimo argine al cattivo gusto.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica