Uccisa dal papà perché stava con un italiano: niente ergastolo

Trieste La Corte d’assise d’Appello di Trieste ha condannato a 30 anni El Ketaoui Dafani, padre della diciottenne Sanaa, uccisa il 15 settembre 2009 a Montereale (Pordenone) perchè era andata a convivere con un uomo italiano. In primo grado, l’uomo era stato condannato all’ergastolo. Il collegio giudicante ha accolto la richiesta del Procuratore generale, che aveva invocato la riduzione di pena. La difesa aveva chiesto un’ulteriore riduzione ponendo l’accento sulla mancata premeditazione. A Dafani, che in primo grado era stato giudicato con rito abbreviato davanti al gup di Pordenone, il collegio ha riconosciuto la continuazione con il reato di lesioni nei confronti del fidanzato, Massimo De Biasio, aggredito assieme a Sanaa. Per il difensore, Marco Borella «le prime parole vanno sicuramente indirizzate a quella povera ragazza, di soli 19 anni, che non c’è più».


L’avvocato, che compone il collegio di difesa assieme al collega Leone Bellio, si è detto «dal punto di vista professionale abbastanza soddisfatto in quanto, come chiedevamo noi, è stata riconosciuta la continuazione dei vari reati, circostanza che ha permesso di scongiurare l’ergastolo. Ora leggeremo le motivazioni e fra 90 giorni decideremo se proporre un ricorso per Cassazione».

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