da Petruro Irpino (Avellino)
Lo ha ucciso con due coltellate al cuore poi, compiuto il massacro, è fuggito, abbandonando a terra il coltellaccio da cucina. Massimo Zoina, 30 anni, professione educatore del Comune di Preturo Irpino (Avellino), è morto mentre si trovava nella camera da letto della sua casa, in via San Bartolomeo, che divideva con un ragazzo tunisino di 16 anni, datogli in affido dal Tribunale per i minori di Napoli.
La tragedia, è avvenuta ieri mattina, poco prima delle 9, ma l'allarme ai carabinieri è stato dato solo verso mezzogiorno da un vicino di Zoina, con il quale l'educatore aveva un appuntamento. Non vedendolo arrivare, l'uomo ha telefonato al 112. Poco dopo, una pattuglia del radiomobile, si è presentata in via San Bartolomeo, per cercare Zoina.
La tragica scoperta, appena dentro l'appartamentino, composto da due camere da letto, bagno e cucina. L'educatore era morto, c'era sangue dappertutto: sugli abiti, sulle lenzuola, sul pavimento. Il pensiero degli investigatori è corso subito al ragazzo tunisino. Ma l'extracomunitario era sparito nel nulla: introvabile per i carabinieri che lo stanno cercando da mezzogiorno di ieri, una ottantina di uomini con i cani, ma, per adesso, il ragazzo è riuscito a far perdere ogni traccia.
Adesso, tutti i sospetti cadono su questo ragazzo: qualche rapina alle spalle, una vita sbagliata, una famiglia difficile, dalla quale era stato prelevato dai giudici per cercare di dargli un futuro migliore. Le ricerche, per il momento, hanno fruttato solo il ritrovamento, una decina di ore più tardi, dell'utilitaria di Zoina. La vettura si trovava a Montefusco (Avellino) con le chiavi inserite nel cruscotto. Quasi certamente l'ha utilizzata l'assassino per la fuga. Gli esperti della Scientifica hanno rilevato decine di impronte digitali, tra le quali, quasi certamente, anche quelle dell'uomo che ha ucciso l'educatore.
Petruro Irpino, quattrocento abitanti, tranquillo paese di campagna, è sconvolto. Zoina era conosciuto da tutti. Anzi, molto di più: era stimato e amato dai compaesani ai quali dispensava consigli ogni volta che ne avessero bisogno. Ma, se il volto del suo probabile - secondo gli inquirenti - assassino, sarebbe già noto, la causa di questa barbarie rappresenta ancora un giallo. Dalle maglie investigative è trapelato che tra Zoina e il tunisino negli ultimi giorni erano insorti dei contrasti. Qualche litigio, pare, di poco conto ma che, alla luce dei fatti, potrebbe assumere un significato diverso per i carabinieri del comando provinciale di Avellino.
Il tunisino era andato a vivere quattro mesi fa nell'appartamentino di via San Bartolomeo. Zoina lo aveva accolto come un fratello minore. Gli aveva dato una camera da letto nella sua casetta, degli abiti, il cibo ma, soprattutto, la possibilità di ritornare a una vita normale e di avere un futuro come tutti i ragazzi della sua età. Davanti alla casetta a due piani, color rosa antico, decine di persone sono accorse per testimoniare la loro solidarietà a Zoina. Fiori bianchi, qualche biglietto, lacrime. Piangono un po tutti a Petruro Irpino, piangono soprattutto quei giovani che avevano trovato nell'educatore un fratello maggiore o, addirittura, un genitore, al quale chiedere aiuto nei momenti di incomprensione con i propri familiari. Qui, la gente del paese, non ha dubbi, già ha condannato il giovane tunisino.
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