Cronache

Ucciso per un grammo di coca. Elder Lee non risponde al gip

L'interrogatorio dei due americani arrestati per l'omicidio del carabiniere a Roma. Il gip si riserva di decidere sul fermo

Ucciso per un grammo di coca. Elder Lee non risponde al gip

Elder Finnegan Lee non risponde alle domande del gip che lo interroga per convalidare il fermo. "È provato dalla situazione", dice il suo avvocato, Francesco Codini, "Per rispetto del militare è meglio stare in silenzio".

Interrogato anche Christian Gabriel Natale Hjorth, l'altro americano fermato. I due sono accusati di concorso in omicidio aggravato e tentata estorsione, ma sul loro fermo il gip si è riservat di decidere.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti, i due sarebbero stati raggirati da un pusher italiano che gli avrebbe venduto aspirina al posto della cocaina e per questo lo avrebbero derubato e avrebbero quindi organizzato il cosiddetto "cavallo di ritorno". In cambio dello zainetto e del telefono dello spacciatore, pretendevano 100 euro e un grammo di coca. All'incontro con il pusher avrebbero però trovato i due carabinieri in borghese - allertati dallo stesso delinquente che aveva denunciato il furto -. Ne sarebbe nata una colluttazione durante la quale Lee, che sostiene di non aver capito di avere a che fare coi militari, ha estratto un coltello a serramanico e pugnalato Mario Rega Cerciello.

Intanto sul corpo del vicebrigadiere è stata effettuata l'autopsia.

Nel corso del pomeriggio all'istituto di medicina legale del Verano sono arrivati anche alcuni amici di infanzia del militare deceduto e i tre legali nominati dalla famiglia Cerciello Rega.

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