Udc per l’arresto e Lega incerta, «sentenza» il 15 luglio

RomaEntro il 15 luglio arriverà la decisione della Giunta per le autorizzazioni della Camera per l’arresto di Alfonso Papa. La magistratura napoletana ha chiesto l’autorizzazione a procedere alla custodia cautelare, nell’inchiesta P4, per il deputato Pdl. Il termine fissato è di 30 giorni, che scadono appunto a metà mese, spiega il presidente Pierluigi Castagnetti. Se il voto non arriverà, Gianfranco Fini rinvierà la decisione all’aula.
Si parla della possibilità di una proroga della scadenza, ma c’è un solo precedente e Castagnetti sembra escluderla. «Abbiamo ancora tutta la prossima settimana per votare». Ma i membri della maggioranza della giunta sarebbero intenzionati a chiedere un rinvio del voto per acquisire ulteriore documentazione sui fatti relativi alla Procura di Napoli descritti da Papa.
Intanto il deputato Pdl ha deciso di non partecipare alle sedute fino alla conclusione della vicenda e si è dimesso dalla commissione Antimafia e dalla commisione Giustizia della Camera. Per evitare «strumentalizzazioni», ha scritto Papa in una lettera a Enrico Costa, capogruppo Pdl nella commissione.
Nella memoria difensiva illustrata alla Giunta, Papa insiste che contro di lui si è scatenato più che un fumus «una vera e propria caccia all’uomo», con un «chiaro intento persecutorio» e accusa gli ex colleghi di Napoli, a cominciare da Henri John Woodcock di essere mossi da risentimento personale. Lui, il pm titolare dell’inchiesta P4, non commenta ma il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore sta valutando una querela per calunnia. Dall’opposizione Donatella Ferranti del Pd accusa Papa di screditare i pm. «Sono solo fandonie», commenta Luigi de Magistris, sindaco partenopeo Idv ed ex magistrato. Pierferdinando Casini conferma che l’Udc voterà sì all’arresto, ma non sarà una sentenza politica. Per la Lega lo scenario disegnato da Papa suscita perplessità. Il no del Pdl alla richiesta d’arresto «ha ucciso in culla il “partito degli onesti”», dice Italo Bocchino del Fli. Per il magistrato in aspettativa come parlamentare oggi il collegio dei probiviri dell’Associazione nazionale magistrati si riunirà per decidere sull’espulsione dal «sindacato» delle toghe. Sarebbe la prima volta.
Il Comitato direttivo dell’Anm il 25 giugno ha deciso di mettere la sorte di Papa nelle mani dei cinque probiviri: Raffaele Cantone, Beniamino Deidda, Umberto Monti, Gianluigi Morlini e Maria San Giorgio.

La «sentenza» sembra già scritta: «Ci sono condotte e comportamenti dell’onorevole Papa che possono essere oggetto di un giudizio severo e critico, indipendentemente dalla valutazione della vicenda giudiziaria - ha detto il segretario dell’Anm Giuseppe Cascini -. Non interessa che ci sia reato o no».

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