La Ue autorizza pure la vendita di un kit per fare in casa il Barolo ed il Chianti

La Coldiretti denuncia le evidenti contraddizioni delle scelte politiche europee. Lascia che si producano vino senza uva e formaggio senza latte ma poi tenta di mettere "fuorilegge" la Nutella. Tutelato soltanto l'olio extravergine di oliva nostrano

Non siamo più liberi di mangiare quello che ci pare. La Coldiretti denuncia: adesso è l'Europa a decidere che cosa dobbiamo mettere a tavola. Non solo, anche a cambiare i prodotti ai quali siamo abituati.
Qualche esempio? Il vino senza uva e il formaggio senza latte. Senza contare che dal primo giugno è entrato in vigore il regolamento mediterraneo che colpisce telline, cannolicchi e altri pesci della tradizione gastronomica nazionale.
Un quadro preoccupante che emerge da uno studio fatto dalla Coldiretti e reso noto in concomitanza con l'allarme lanciato del vicepresidente del Gruppo Ferrero, Francesco Paolo Fulci, riguardo al via libera del Parlamento europeo all'iintroduzione, per ogni alimento, del miglior profilo nutrizionale che, dicono alla Ferrero, potrebbe mettere fuori legge la Nutella e la stragrande maggioranza dei prodotti dolciari.
Prima di telline e cannolicchi, a subire gli effetti delle normative comunitarie era stato lo scorso anno un altro importante prodotto della dieta mediterranea: il vino. Con la riforma europea del mercato del settore vitivinicolo infatti i paesi del nord Europa sono stati autorizzati allo zuccheraggio (che permette di aumentare la gradazione del vino attraverso l'aggiunta di zucchero) e anche alla produzione e alla commercializzazione di vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall'uva come lamponi e ribes. E tutto questo dopo che la Ue aveva già dato il via libera all'invecchiamento artificiale del vino attraverso l'utilizzazione di pezzi di legno al posto della tradizionale maturazione in botti di legno.
Per la Coldiretti si tratta di un vero e proprio inganno a danno dei consumatori che si aggiunge alla possibilità di vendita in Europa nei negozi, o attraverso internet, di kit per la preparazione casalinga in meno di un mese di vini come il Chianti, il Barolo o il Valpolicella, per effetto di una curiosa interpretazione della legislazione.
Purtroppo nonostante l'impegno dlla Ue nel tutelare le denominazione dei prodotti alimentari tipici continuano a proliferare prodotti più o meno "taroccati" anche all'interno dell'Europa. Accade ad esempio per i formaggi tipici. Dopo il Parmesan, è stato scoperto in Romania il Parmezan, ma anche la Fontina svedese, il Parmi olandese, la polenta che diventa "palenta" in Montenegro, il barbera bianco venduto un supermercato rumeno, il Cambozola in Germania o la pasta Milaneza venduta in Portogallo.
La Coldiretti critica dunque la decisione della Commissione Europea che ha respinto la proposta italiana di decreto ministeriale che obbliga ad indicare l'origine del latte impiegato nella produzione di latte a lunga conservazione e in tutti i prodotti lattiero caseari e vieta pure l'impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi. Con la norma si stabiliva chiaramente che il formaggio si fa con il latte e non con le polveri mentre già dallo scorso anno la Ue consente che possa essere incorporato fino al 10 per cento di polvere di caseina e caseinati nel formaggio, al posto del latte.
La possibilità di vendere sul mercato bibite di fantasia al gusto e con il colore dall'arancia senza contenere tuttavia neanche una minima percentuale del prezioso agrume è stata invece scongiurata in Italia dopo il tentativo di inserirla in passato tra le norme di recepimento della legislazione comunitaria.
Per la Coldiretti sono evidenti le contraddizioni delle scelte politiche europee soprattutto nelle norme che riguardano l'indicazione in etichetta dell'origine dei prodotti agricoli impiegati. Indicazione obbligatoria per la carne bovina ma non per quella di maiale, per la frutta fresca ma non per quella trasformata, per il latte fresco ma non per quello a lunga conservazione o per i formaggi. Qualche buona notizia però arriva anche in questo settore.

Importante la decisione dell'Europa di rendere obbligatoria l'indicazione dell'origine dell'extravergine di oliva a partire dal mese di luglio 2009, favorita dal pressing della Coldiretti che ha avviato una campagna per l'etichettatura obbligatoria di tutti gli alimenti.

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