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Ue, via libera alla sperimentazione sugli embrioni

Buttiglione (Udc): si è visto quanto valevano le promesse del governo...

Francesca Angeli

da Roma

L’Europa apre alla sperimentazione sugli embrioni. Bruxelles approva definitivamente il Settimo programma quadro sulla ricerca, stanziando 54 miliardi di euro per finanziare progetti scientifici dal 2007 al 2013. Una cifra considerevole, il 60 per cento in più rispetto al programma precedente, che punta a sostenere settori chiave come le nanotecnologie e l’energia rinnovabile. Il punto più controverso,quello che prevede l’uso di cellule staminali embrionali umane, è passato grazie al fatto che nel maggio scorso il ministro dell’Università, Fabio Mussi, tolse l’appoggio alla pregiudiziale etica che escludeva le staminali embrionali dalla ricerca. Un documento condiviso da Germania, Slovenia, Polonia, Austria e Malta e fino a quel momento anche dall’Italia. L’iniziativa di Mussi, peraltro non condivisa da tutta la maggioranza di centrosinistra, spostò l’ago della bilancia a favore di chi chiedeva l’apertura alla ricerca sulle staminali embrionali. Ora Mussi raccoglie i frutti del suo operato che, osserva il vicepresidente del Parlamento europeo, l’azzurro Mario Mauro, non riguardano soltanto la ricerca in senso stretto ma anche un comune sentire, una cultura che fino ad ora si era mostrata più sensibile alle questioni etiche e che invece in questa occasione, secondo Mauro, ha dimostrato parecchia ipocrisia. Nel programma quadro infatti si specifica che «la commissione non finanzierà progetti che includono attività di ricerca che distruggano embrioni umani, anche per la produzione di cellule staminali». Ma, precisa il documento, «l’esclusione del finanziamento di questo passaggio non impedisce alla Ue di finanziare le fasi successive che comportano l’uso di cellule staminali embrionali umane».
In sostanza non si finanzieranno progetti che prevedono la creazione di embrioni esclusivamente a fini di ricerca ma invece quelli che ne prevedono semplicemente l’uso. «Ma nessun team di ricerca presenta un progetto con la richiesta di “produrre” embrioni dunque si tratta soltanto di ipocrisia», sostiene Mauro. Gravissimo poi il fatto che non sia stata fissata una data limite oltre la quale vietare la derivazione di nuove linee cellulari staminali da embrioni umani. Non è stato detto insomma che si potevano usare soltanto gli embrioni già congelati al momento dell’approvazione del programma. Il centrodestra insorge contro questa decisione. «Si è visto nei fatti quanto valevano le promesse del capo del governo italiano, Romano Prodi, ripetutamente fatte ai nostri colleghi della Margherita intervenuti per impedire che la ricerca sulle cellule staminali embrionali fosse ammessa in Europa», dice il presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione. Ed infatti anche Patrizia Toia, europarlamentare della Margherita confessa tutta la sua amarezza per quando deciso dalla Ue.
Perplessi anche gli scienziati di orientamento cattolico.

Roberto Colombo, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, giudica la decisione del Parlamento europeo «contraddittoria e carica di gravi conseguenze etiche e giuridiche» perché, spiega «finanziare la ricerca sulle cellule staminali ottenute da embrioni umani ma non i costi per la loro derivazione, che comporta necessariamente la distruzione dell'embrione, non significa affatto proteggere l’embrione umano dalla sperimentazione».

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