La Ue: mano libera ai governi per combattere il caro-petrolio

Le condizioni della Commissione: «Le misure devono essere temporanee e va rispettata la concorrenza»

da Milano

Mano libera ai governi, a patto che le misure poste in essere siano «temporanee» e «non distorsive della concorrenza»; e un piano comunitario a medio-lungo termine teso a favorire il risparmio energetico e ad attenuare la dipendenza dai combustibili fossili. Si articola su due livelli la risposta di Bruxelles Ue al terzo choc petrolifero, l’incubo che sta amplificando i timori di una recessione su scala planetaria.
Il documento, predisposto ieri dal presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, e dai 27 commissari europei, sarà presentato durante il vertice, in agenda il 19 e 20 giugno prossimo, dedicato proprio al caro-greggio. Il tempo scorre, e con le quotazioni balzate ieri di nuovo sopra i 136 dollari il barile a causa del calo superiore alle attese delle scorte Usa, e con l’Opec riluttante a pompare più greggio per stemperare i prezzi, occorrono contromisure rapide ed efficaci. Ecco perché l’orientamento della Commissione è quello di non porre un veto assoluto ai rimedi escogitati a livello nazionale, nonostante i movimenti in ordine sparso dei singoli Stati denuncino l’assenza di una strategia comune.
Solo la Francia ha incassato finora un secco no alla proposta di intervenire facendo scendere sotto il 15% l’aliquota Iva; l’Italia potrebbe rischiare qualcosa con la Robin Hood Tax (la tassa sui profitti dei petrolieri che piace ai francesi, ma non ai tedeschi), opzione su cui è aperta la discussione per verificarne l’efficacia. L’Ue teme che possa impattare sulla capacità delle major di investire negli approvvigionamenti futuri e nelle nuove tecnologie destinate alle trivellazioni. Nessun ostacolo dovrebbe invece incontrare un’eventuale azione sulla fiscalità dei carburanti, provvedimento già adottato dal Portogallo che ha ridotto l’Iva dal 21 al 20%, mentre l’Inghilterra sta valutando se rinviare il previsto aumento della tassa sui carburanti e la Spagna ha deciso di staccare un assegno da 400 euro a favore delle famiglie più a rischio.
La stessa Commissione considera del resto il caro-greggio prima di tutto un problema sociale. «L’aumento dei prezzi dei combustibili - si legge nel comunicato diffuso da Barroso al termine dell’incontro - sta riducendo fortemente il potere d’acquisto dell’insieme dei cittadini dell’Ue, colpendo più duramente le famiglie con redditi già modesti». Non solo. Bruxelles non intende opporsi agli aiuti a favore dei settori più colpiti dalla crisi, in particolare pesca, agricoltura, trasporti, industria chimica e automobilistica. Deve tuttavia trattarsi di un pronto soccorso temporaneo, che non scoraggi la promozione di «un uso più efficiente dell’energia» e non indebolisca la ricerca di alternative al petrolio, nè alteri i principi della concorrenza.
Di qui l’agenda europea con l’indicazione delle priorità, in cui è compreso anche il confronto sulla riduzione delle aliquote Iva. A questo proposito, la Commissione presenterà entro l’autunno le proposte relative agli incentivi fiscali.

Più in generale Barroso invita a una maggiore efficienza energetica «a livello aziendale e familiare» e ad adottare misure «giuridicamente vincolanti» per raggiungere gli obiettivi per il 2020 in termini di energie rinnovabili, biocombustibili e riduzione dei gas a effetto serra entro la fine del 2008. Insomma, un richiamo a favore di un cambiamento culturale, reso necessario da prezzi petroliferi alle stelle che rendono intollerabili le «abitudini» energetiche avute finora.

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